Regia di Chris Weitz vedi scheda film
ll film statunitense, prodotto nel 2018, diretto da Chris Weitz e sceneggiato da Matthew Orton, racconta abbastanza dettagliatamente la vicenda storica della cattura a Buenos Aires nel 1960 da parte di agenti del Mossad di Otto Adolf Eichmann, “architetto della soluzione finale” degli ebrei.
Nel film, come avvenuto nella realtà, porta sulle tracce di Eichmann (Ben Kingsley) a Buenos Aires proprio suo figlio che frequentava una ragazza tedesca ebrea alla quale egli si era presentato con il cognome paterno. Il padre della ragazza era un ebreo sfuggito all’olocausto che collegò il cognome di Eichmann al criminale nazista e informò il procuratore tedesco Fritz Bauer che a sua volta informò il Mossad.
Gli agenti del Mossad, tra i quali spiccano le figure di Peter Malkin (interpretato da Oscar Isaac, che è anche coproduttore del film) e di Rafi Eitan (Nick Kroll), giungono a Buenos Aires riuscendo a catturare Eichmann e a tenerlo sequestrato in una villetta per alcuni giorni in attesa di riuscire a trasferirlo in Israele per processarlo.
Eichmann durante tutto il film sembra quasi una vittima dei suoi rapitori, con un atteggiamento sottomesso che fa dimenticare la drammaticità legata ai suoi trascorsi, salvo alcuni flashback dello stesso Eichmann e di uno dei suoi rapitori. Eichmann confessa rassegnato quasi subito la sua identità ma nell’eventualità che venga processato chiede che questo avvenga in Germania e non certo in Israele per quello che ritiene non sarebbe un processo equo ma un processo politico
Con uno dei carcerieri si instaura nel tempo un rapporto umano particolare, tipo sindrome di Stoccolma, che porta Eichmann a firmare infine un documento con il quale accetta di essere estradato in Israele per subire un processo nel corso del quale potere spiegare le sue ragioni: egli ritiene di avere rappresentato solo parte di un ingranaggio che portava verso l’inferno.
Nel frattempo la ragazza che aveva portato il Mossad sulle tracce di Eichmann viene presa e torturata dai filonazisti che a Buenos Aires proteggevano i rifugiati tedeschi, ma questi non riescono a evitare che gli agenti del Mossad con Eichmann riescano appena in tempo a decollare in aereo per Israele.
La ragazza, ed il padre che era stato anche egli sequestrato dai filonazisti, verranno poi liberati
Il processo si svolse in mondovisione nel 1961. Come avvenuto per gli altri imputati a Norimberga, anche a Gerusalemme al processo Eichmann non potendo negare i crimini compiuti ne negò la responsabilità, dichiarando di avere solo eseguito gli ordini del Fuhrer come qualunque soldato dovrebbe fare durante una guerra. Il film ricorda come Eichmann fu impiccato il 31 maggio del 1962 e le sue ceneri sparse in mare.
E’ un film asciutto, su una vicenda reale raccontata per altro in modo lineare, accurato ma senza particolare pathos. Gli eventi si susseguono senza alcun momento di vera suspence, con un ritmo che sembra quasi quello di un fotoromanzo più che di un film drammatico. La vicenda, reale, avrebbe meritato di più.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta