Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Una storia di formazione fuori dagli schemi, un po' "freak" ed un po' "out", inserita in un contesto difficile, ma affascinante. Non per tutti, ma una rivelazione per gli altri.
La diversità e l'emarginazione possono portare al riscatto od alla perdizione (che fa pure rima) e così Mainetti mette di fronte le due facce della medaglia portandole sul campo di battaglia di una periferia romana nella Seconda Guerra Mondiale. Una scelta coraggiosa quella di inserire super poteri e super cattivi in un racconto che richiama temi importanti come l'olocausto, le lotte partigiane ed il nazismo. Ma la scelta si rivela azzaccata ed il film non fa oltraggio alla storia, raccontandoci invece una bella favola di formazione dove la protagonista (la bravissima Giovinazzo) trova la propria strada attraverso la consapevolezza, l'affetto e l'amicizia. Alcune trovate sceniche sono eccellenti, come è eccellente ed evocativo inserire nel contesto i Radiohead ed i Guns 'n Roses. Un film non per tutti, ma per chi ha la giusta apertura mentale è una piacevole rivelazione. Sweet child.
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