Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Prendete un film del 1932 (Freaks di Tod Browning), mischiatelo con la storia, siamo a Roma durante la seconda guerra mondiale, precisamente nel 1943, lasciatelo dirigere da Gabriele Mainetti ed ecco a voi Freaks Out, una pellicola leggermente surreale, dove ad essere supereroi stavolta sono dei “fenomeni da baraccone”, personaggi strani e stralunati che provengono da un circo in fallimento e che, per la prima volta nella loro vita, sono costretti a fare i conti con quel mondo lasciato fuori per troppo tempo.
Freaks Out la cui traduzione letterale, se presa per buona, è "impazzire", perché dopotutto Mainetti con i suoi film diciamolo, sembra avere tutta l’intenzione di farci impazzire, di gioia. A partite dalla fotografia marcata nei contorni ma quasi cartolina nei colori, passando per il cast su cui brilla, a modo suo, Giorgio Tirabassi nei panni di Israel il capo-circo-padre di questi ragazzi senza terra che per lui, ebreo deportato dai tedeschi, affronteranno tutte le loro paure. Menzione pari merito anche per Franz Rogowski nei panni del nazista psicotico Franz, antagonista estremo e supremo di Israel che si candida a nuovo padr(on)e dei giovani pur di impossessarsi dei loro poteri.
Ad un certo punto della narrazione si intrecciano talmente tante situazione che il dubbio che possano non sciogliersi si palesa quando si percepisce l’ingresso nella seconda parte del racconto ormai colmo di cose da chiarire. Questo, insieme alla (forse) eccessiva lunghezza della pellicola (141 minuti) che tende spesso a concentrarsi sulla storia personale di Matilde (infatti è l’unico personaggio di cui sappiamo di più. E’ forse un intento di Mainetti di volerci indicare l’argomento del suo prossimo film?) tralasciando gli altri personaggi altrettanto, se non maggiormente, potenti scenicamente.
Freaks Out resta un film buono. Bello da guardare anche se non totalmente piacevole, che riconferma Gabriele Mainetti come il regista più stravagante del cinema italiano contemporaneo, capace di creare supereroi dai personaggi quotidiani come nessuno è mai stato in grado di fare prima di lui.
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