Espandi menu
cerca
Freaks Out

Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film

Recensioni

L'autore

barabbovich

barabbovich

Iscritto dal 10 maggio 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 84
  • Post 7
  • Recensioni 3720
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Freaks Out

di barabbovich
6 stelle

È il 1943 e Roma è sotto l'assedio nazista. Israel (Tirabassi), il capocomico di un gruppo di artisti circensi, viene catturato dagli occupanti e caricato con altri ebrei sui treni per i campi di sterminio. I suoi sodali - l'uomo lupo (Santamaria), l'uomo calamita (Martini), l'uomo insetto (Castellitto) e la donna elettrica (Giovinazzo) - lo cercano nel posto sbagliato, quel Zirkus Berlin dove si esibisce un pianista pazzo (Rogowski) con sei dita per mano, il quale è convinto che gli strapoteri dei quattro siano l'unica via che la Germania ha a disposizione per vincere la Seconda guerra mondiale. Nel frattempo, una divisione della Resistenza, guidata dal gobbo (Mazzotta), prepara un attentato contro i nazisti.
A sei anni dal successo esplosivo di Lo chiamavano Jeeg Robot, Gabriele Mainetti torna sul grande schermo con un budget decuplicato (12 milioni di euro) rispetto all'opera precedente, affidandosi ancora una volta a un soggetto di Nicola Guaglianone. Il risultato è tutto nelle proporzioni: il supereroe erculeo di Jeeg Robot (un irriconoscibile Claudio Santamaria) conserva la forza e moltiplica la dotazione ipertricotica. Il resto è tutta un'iperbole, un effetto speciale in dichiarata chiave Marvel (i Fantastici Quattro in primis), con momenti godibili e altri che sembrano pensati appositamente per drenare nel film la pioggia di quattrini investiti (dietro c'è la Lucky Red di Andrea Occhipinti, col regista in veste di coproduttore, oltre che di autore della tonitruante colonna sonora insieme a Michele Braga). Un'opera sostanzialmente fracassona e citazionista (persino nel tiolo, che richiama tanto Browning quanto il disco d'esordio di Frank Zappa), che ha il però il merito di guardare lontano, a un linguaggio innovativo, imbastendo un romanzo di formazione su cui si innestano elementi avventurosi in una chiave di fantasy bellico nel quale le diverse epoche si mescolano tra loro, al punto che il pianista pazzo può permettersi di eseguire un pezzo dei Radiohead. Non perdetevi i titoli di coda.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati