Trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. L'anno è il 1943 e, nel pieno del conflitto, la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I quattro giovani sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, "a piede libero" in una città in guerra.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"LA SFIDA
Freaks Out nasce da una sfida: ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità. Per farlo ci siamo avvicinati alla Roma Occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro.
TU CHE VORRESTI FARE?
Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot, con Nicola Guaglianone, ci siamo domandati «e adesso che facciamo, di altrettanto “fico”?». Un sequel era fuori discussione, e così abbiamo iniziato a buttare giù alcune idee, guidati da un’unica, grande domanda: «Tu cosa vorresti fare?». Perché un film deve nascere prima di tutto dalla passione, non da un calcolo.
CE L'HO!
Il primo a pensare ai freak è stato Guaglianone, grande appassionato della materia, che tra l’altro si era appena cimentato nel tema scrivendo Indivisibili. All’inizio non capivo: soprattutto, da grande fan di Freaks di Tod Browning, ricordavo quanto quel film – seppure di una bellezza unica – fosse costato al suo autore, bannato da Hollywood per aver mostrato la “diversità”. Sulle prime, insomma, avevo più di un dubbio.
Non avevo ancora messo a fuoco la visione più “pop” che si poteva dare del mondo dei freak, e come empatizzare con quei personaggi così “diversi”, portando lo spettatore a voler stare accanto a loro.
Nel frattempo, anch’io coltivavo una mia personale ossessione, quella per la prima guerra mondiale. A un certo punto, sul tavolo, c’erano 7 storie, anche molto diverse tra loro (una era il romanzo di formazione di una bambina che doveva trovare se stessa). Come era già successo per Jeeg, li “condensavamo” man mano, finché un giorno con Nicola mi ha detto «ce l’ho: i freak li facciamo con i poteri, nella Seconda guerra mondiale». È lì che ho visto per la prima volta i film, e da lì abbiamo iniziato a immaginare i nostri “eroi”.
I PROTAGONISTI
L’idea dei poteri un po’ mi spaventava: non volevo replicare Jeeg, e soprattutto mi interessava che la forza dei protagonisti nascesse – più che dai singoli poteri – dall’unione di 4 persone speciali. Mi sono sforzato di rendere originali e “cinematografiche” queste loro abilità, ovviamente a modo mio, ma senza mai dimenticare – e anzi esaltando – l’umanità dei personaggi: in questo il modello è stato, oltre a Browning, un capolavoro come La donna scimmia di Marco Ferreri.
Abbiamo sempre pensato ai nostri protagonisti come gente vera, cercando di guardarli senza pietismo perché sono loro stessi i primi a rifiutare ogni (auto)commiserazione, a non viversi come “mostri” ma come persone.
I (SUPER)POTERI
Tornando ai poteri, spesso – dopo Jeeg – sono stato raccontato come la via italiana ai “cine-comic”. Il punto, al di là del riconoscersi o meno in una definizione, è che credo che il cine-comic sia, più che un vero e proprio genere, una formula giornalistica che corre il rischio di dare lo stesso nome a opere diversissime, dai film Marvel al primo X-Men di Brian Singer a un grande western moderno come Logan. E non è certo il “potere speciale” di un personaggio a fare un cine-comic, altrimenti sarebbero cine-comic – che so io – Ghost, o Il sesto senso, o Il profeta di Jacques Audiard. Quanto alla mia formazione, io di fumetti ne ho sempre letti pochi, al massimo qualche Dylan Dog (e soprattutto perché c’era dentro un po’ di sesso): sono stato un figlio del mio tempo, per me erano più importanti i cartoni animati (come appunto Jeeg Robot). Poi, da adulto, mi sono avvicinato al mondo dei manga, dove la divisione tra buoni e cattivi non è manichea, basta pensare a Devilman. Insomma, tra Devilman e Spiderman, chi mai sceglierebbe Spiderman?
CATTIVI
Cercare di comprendere, senza giudicare. Anche i cattivi. Credo che la riuscita di un film come questo (o come Jeeg) si misuri anche nella capacità di rendere tridimensionali gli antagonisti. Franz, il cattivo di Freaks Out, incarna ovviamente una delle pagine più buie della storia, ma è anche un perdente totale, il risultato di una frustrazione famigliare e sociale, a cui Franz Rogowski ha regalato a tratti una tenerezza “inspiegabile”. I cattivi che mi spaventano di più, nella storia del cinema, sono quelli che nascondono una debolezza, una sofferenza: il Buffalo Bill di Il silenzio degli innocenti, ma anche il Darth Vader dei primi Star Wars. Per questo ci siamo avvicinati a Franz cercando nel suo vissuto personale le ragioni che possono averlo spinto ad abbracciare il Male. Credo che l’attenzione per le “sfaccettature” dei personaggi, anche le più inaspettate e imprevedibili, si ricolleghi in qualche modo alla tradizione del nostro cinema, che certo non ha il culto dell’eroe “senza macchia e senza paura”: basta guardare alla commedia all’italiana, popolata di figure irresistibili seppure meschine, bieche, persino mostruose.
UN FILM FEMMINILE
Soffrivo molto quando, all’uscita di Jeeg, alcuni che magari non l’avevano ancora visto pensavano fosse un film “maschile”. Al contrario, io l’ho sempre visto come un film profondamente femminile, che ha nell’Alessia di Ilenia Pastorelli il vero motore, una sorta di “mentore” toccata dalla grazia di saper credere in un supereroe (e non certo dei più tradizionali). Allo stesso modo, il femminile è centrale anche in Freaks Out, dove in fondo gli uomini sono tutti – chi più chi meno – un po’ “piagnoni”, ed è Matilde (interpretata da una ragazza che per me è un’autentica rivelazione, Aurora Giovinazzo) a scoprirsi la vera guida del gruppo. Abbiamo raccontato l’ingresso nella vita adulta di una ragazzina ancora pura: non ci interessava inseguire un femminile “falso”, alla Wonder Woman, con le donne che menano come fabbri. Volevamo invece accompagnare una bambina alla scoperta della forza che possiede dentro di sé. Che poi è la forza delle donne, che non ritrovo in me stesso e negli uomini che mi circondano. Ma che ho sempre visto, da quando sono piccolo, nelle donne della mia famiglia, e adesso vedo nella mia compagna".
Trailer
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Commenti (33) vedi tutti
Se si tagliano alcune scene e situazioni di cattivo gusto, nel complesso è un lavoro più che discreto. Ben recitato e con scene ben lavorate e ricche. Il mio giudizio è nel complesso pienamente posivito, discreto.
commento di Yusaku87Bruttissimo film e persino bruttissimo videogioco (ciò che di fatto è). Se si crede che con un grosso budget, un paranoico uso del computer e due ore e passa di durata si possa fare qualcosa di simile al cinema, allora non si è capito niente. Neppure la Disney sarebbe in grado di produrre una simile baggianata. In più: povera storia!!!
commento di viberNon male, ma tirato un po' troppo per le lunghe. Molto fantastico, troppo per i miei gusti. Comunque Jeeg Robot è a un altro livello.
commento di corradopUna storia di formazione fuori dagli schemi, un po' "freak" ed un po' "out", inserita in un contesto difficile, ma affascinante. Non per tutti, ma una rivelazione per gli altri.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliSospeso tra Fellini e Tarantino mostra anche idee originali e non sembra un film italiano (pregio o difetto?). Pecca principale: troppo lungo, soprattutto nella parte finale.
commento di ssiboniPensavo fosse un Film abbastanza stupido invece mi sono ricreduto : Ambientazione particolare e Storia non banale.voto.8.
commento di chribio1Altro film 'spaghetti superhero',dopo Lo chiamavano Jeeg Robot, per il regista Gabriele Mainetti che conferma il suo talento visionario ma purtroppo alterna momenti di pura magia - vedi i protagonisti sparati col cannone del circo - ad altri raffazzonati - la lunga scena di battaglia finale - nei 141 minuti del film.
commento di marco biLa recitazione e i suoi dialoghi non sono eccelsi, ma il film rimane magico. Il cinema italiano che esprime la sua poesia e fantasia anche trattando un tema così drammatico come la guerra. La regia e' favolosa. Per adulti, da vedere con interesse ed emozione.
commento di SuperFioreCurioso e ambizioso racconto fantastorico, con tante idee, non sempre perfettamente amalgamate, tra denuncia e farsa. Regia dinamica e ispirata, soprattutto nelle scene più intime, cast in parte e buon uso degli effetti speciali. Da vedere, se non altro perché è un prodotto innovativo che si distingue nel panorama cinematografico italiano.
commento di Fanny SallyUn film storico raccontato come se fosse un fantasy
leggi la recensione completa di silent bobFilm pazzo, assurdo.. ma a tratti interessante.. che bella la Giovinazzo !
commento di stokaiserCari Fottutissimi Amici, ovvero: Non per farmi li cazzi tua, eh, ma per regola’ li mia… Chi è che ha rubato i fascisti? Perché, d’accordo, sarà pure faticoso stanarli dalle fogne, ma l’assenza di qualsiasi tentativo di ripresa di una qualsivoglia camicia nera pesa, diocristo.
leggi la recensione completa di mckFilm caotico, strutturalmente debole e con zero approfondimento dei personaggi (spiace dirlo ma la sceneggiatura è pessima). Il climax finale non arriva e l'impressione generale è quella di un'inconsistente baraccone zeppo di scopiazzature.
commento di r.237Sul classico schema buoni/cattivi ad ambientazione II GM si erge la sontuosa regia di Gabriele Mainetti e la sua squadra con un prodotto che ha nulla da invidiare alle produzioni d'oltreoceano, peccato solo per la solita reverenza alla solita lingua per il titolo. Bravi gli attori in particolare la Giovinazzo degna protagonista principale.
commento di bombo112 milioni di euro buttati nel cesso. Pasticciato, noioso, ridicolo e chi più ne ha ne metta. Non crea empatia, non crea suspence, non crea ammirazione per l'originalità. Si voleva imitare Fellini? Forse, ma egli si sta rigirando nella tomba. Jeeg Robot è un capolavoro, questo è una serata sprecata. Unica da salvare: Aurora Giovinazzo.
commento di GabryLedDa quando film "maschile" è male? Quanti piagnistei
commento di JohncoffeeUna produzione cinematografica alla quale siamo poco abituati a vedere in Italia, carica di avventura, effetti speciali e visivi, ottimo sonoro, montaggio e regia, per raccontarci una storia di formazione di quattro personaggi i cosidetti Freaks, ma in realtà i Freaks sono gli esseri umani
leggi la recensione completa di Infinity94Si dice che il secondo "debba" deludere, se il primo film è stata una sorpresa e le attese sono alte. Stoca, pare la risposta, in questo caso.
leggi la recensione completa di tobanisOttimo. Carico di cinema, di storia, di umanità, di resistenza anti-nazifascista, per l'antico e il nuovo testamento (Israel e i 4+1), pieno del nostro presente, che cade sempre nei medesimi e tragici errori sullo sfondo di una promessa che è ancora di là da venire. Val. 8-9
commento di logosX-men alla romana, in salsa film neo-realista e tarantiniano, perché dove si fermano quelli della Marvel, Gabriele Mainetti continua, non risparmiando il politicamente scorretto (il nano freak buono che si masturba), le scene di sesso (il personaggio peloso di Claudio Santamaria che copula con una sua simile), tortura e violenza.
leggi la recensione completa di Marco PoggiPoteva essere un successo, se non fosse per quel romanaccio fastidioso e per quell'invadente colonna sonora.
commento di gruvierazTra fantascienza e dramma storico con tante idee,finale un po' rocambolesco,ma promosso e consigliato.
commento di ezioNella Roma invasa dai nazisti un gruppo di circensi vede distrutto il proprio circo e si trova a vagare nelle strade in cerca di una meta che sia la fuga o un nuovo lavoro. Un bel film che equilibra con ottima misura aspetti drammatici diversi, mettendo al centro della scena dei freaks dalle caratteristiche molto particolari.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloForse addirittura peggiore di Lo chiamavano Jeeg Robot. Il che è tutto dire.
commento di Winnie dei poohDiscreto prodotto non sempre all'altezza delle sue ambizioni.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiRispetto a "Lo chiamavano Jeeg Robot", "Freaks Out" può avvalersi di una produzione molto più ricca e quindi di una cura degli effetti speciali più idonea allo scopo. Ma del film d'esordio perde quella veracità stile cartoon del prodotto di genere che nasce per non prendersi troppo sul serio, per farsi fumetto finemente stilizzato. Bravo Mainetti.
commento di Peppe ComuneRutilante show ruttante schemi supereroistici de noantri e frullati ipercitazionisti. Epoca e cattivi campo da gioco facile, idem i personaggi secondari. Toni accesi, scenografie sontuose, script fragile: classica storia sui "diversi"/eroi (una, gli altri fanno corredo) derivativa e prevedibile ma carina. Bravi Giovinazzo e Rogowski.
commento di M ValdemarMainetti cerca di confermarsi come Messia del nuovo cinema pop italiano.
leggi la recensione completa di MalpasoQuattro fantastici mostri da circo americano contro i veri mostri della seconda guerra mondiale, i nazisti tedeschi delle SS. Unico esempio di film fantasy Made in Italy con molta più fantasia dei più numerosi horror italiani. Bravi tutti/e.
commento di Mr RossiUN FILM STORICO/FAVOLISTICO CON I SUPERPOTERI, FATTO CON UN DECIMO DEL BUDGET OLTREOCEANO, MA CON DIECI VOLTE IL TALENTO LORO. QUESTO E' GABRIELE MAINETTI SIGNORI. QUESTA E' L'ITALIA.
leggi la recensione completa di imperiormax89Un film enorme, mai visto nulla di simile. La risposta italiana a Tarantino e Parasite. Forse, a voler trovare per forza un difetto, la seconda parte si poteva accorciare di 10/15', perché la scena della battaglia finale è davvero lunghetta. Voto: 10
commento di andenkoNon male l'ultimo episodio degli x-men, poi è girato al parco degli Acquedotti a Roma. Scherzi a parte, film ben girato, scene notevoli, una fiaba ben elaborata ai tempi della seconda guerra mondiale e attori promossi (qualche dubbio su Castellitto jr). Un made in Italy che convince
commento di argo979Si apre con un incipit folgorante. Poi, si ha sempre più l'impressione di assistere ad una puntata tirata per le lunghe di una serie tv fantasy. Non compete in spessore coi suoi modelli evidenti (X-men, Guardiani della Galassia, Suicide Squad). C'è qualche idea politically scorrect o qualche tenerezza chapliniana ma non è sufficiente .
leggi la recensione completa di Dalton