Regia di Orson Welles vedi scheda film
Un compendio e una visione del cinema che fu e che sarà. Da Fellini a Bojack Horseman.
Un regista tenta di finire, tra mille imprevisti, il suo ultimo film. Una biografia del film stesso, arrivato in sala solo nel 2019 a 34 anni dalla morte di Orson Welles.
Non amo Netflix, trovo che la sua politica "compiacente" e "autoreferenziale" sia spesso insopportabile per chi pretende qualcosa in più del solo intrattenimento appagante da un prodotto televiso o cinematografico che sia. Detto questo, Netflix si è anche reso protagonista, e forse vi è un barlume di speranza che questo possa diventare un'abitudine, di episodi molto felici, nella sua produzione, penso a Bojack Horseman o al documentario Jim e Andy, questi due prodotti sono i figli oso dire leggittimi di The other side of the wind. Dico figli, ma potrei dire anche nipoti, visto il tempo che li separa dalla produzione, non dall'uscita naturalmente successiva di questo. Sorprende Welles, e lo fa come solo i grandi del passato hanno saputo fare. Sorprese Fellini nel 1960 con La dolce vita, una scena del film la ricorda, ancora l'8½ del regista romagnolo è più volte ripreso, dall'harem donnesco del regista, qui vissuto da americano sfacciato e non da italiano pentito e penitente, alle interviste dei giornalisti e ai pasticci della troupe, del cast e di altri. Nel frattempo, in mezzo al delirio felliniano, viene proiettato un film che fa pensare ad Antonioni, citato espressamente in una battuta in cui è preso in giro, ma anche a Il disprezzo. Contemporaneo a questo lavoro è Effetto notte di Truffaut ed è bello immaginare chi dei due abbia pensato prima di mettere in scena il "meraviglioso disastro" del cinema. Arriviamo a Bojack e Jim e Andy. I due nipoti hanno la freschezza della gioventù e la capacità di soprendere ancora e questo The other side of the wind ci fa conoscere quanto sono forti e belle le radici da cui provengono.
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