Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
Sto scoprendo e riscoprendo la filmografia di quel gran regista che era Valerio Zurlini,unafigura unica e irripetibile del nostro cinema.Qui è alle prese col racconto di Pratolini e nonostnte le difficolta'di mettere in scena una tale materia narrativa esce vincitore su tutti i fronti.Si rievoca l'amore per un fratello nobile sempre stato distante e ora riavvicinato da uno strano destino e sullo sfondo passa la storia d'Italia in una sintesi mai cosi'raffinata e poetica.L'uso del colore è particolarissimo,si parte per molte sequenze dai quadri del Rosai e il richiamo alla pittura è molto piu'evidente che in tante altre pellicole:qui si parte da quadri inerti che poi piano piano si animano in un magico susseguirsi di sensazioni e suggestioni.Un film tutto giocato sulla malinconia del ricordo e sulla consapevolezza che si sta vivendo una situazione priva di vie di uscita.E strazia la fame di vivere del fratello appena conosciuto,strazia il silenzio doloroso dell'altro,strazia l'ultimo viaggio senza ritorno a partire da una clinica privata.Mai il dolore è stato dipinto in maniera cosi'privata,Zurlini induce alla commozione lasciando fuori campo ogni tipo di retorica ,ti lascia inebetito a vedere il progressivo declino fisico e morale in un crescendo di dolore e costernazione...e se si piange lo si fa di nascosto....
prova di grane sensibilita'
bravissimo nel creare commozione
ottimo...
ottima regia
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