Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Come ti costruisco un film intorno a un'attrice. Per La ciociara, De Sica avrebbe voluto la Magnani ma il produttore Carlo Ponti impose la Loren, sua moglie. Fatto sta che quello che rimane uno dei film più noti interpretati dall'attrice partenopea, e che le fruttò il premio Oscar, non è altro che un tentativo abborracciato di costruire intorno al suo personaggio una storia che fa acqua da tutte le parti. Siamo nell'estate del 1943. Roma è sotto i bombardamenti e Cesira (Loren) decide di lasciare il suo negozietto e di partire con la figlia dodicenne alla volta di Sant'Eufemia, suo paese natale. Sulle montagne ciociare il conflitto viene vissuto del tutto marginalmente - ed è questa l'idea più interessante del film - ma non servirà a Cesira e a sua figlia a sventare una terribile disavventura.
La Loren dà voce e corpo a un personaggio meschino, ignavo, codardo, diametralmente opposto a quello dell'intellettuale idealista impersonato con stucchevole didascalismo da Belmondo. Tutto il film, tratto dal romanzo di Alberto Moravia, è costruito su debolissimi siparietti che mettono la diva napoletana nelle condizioni di sfoggiare la sua arte di recitazione, con la complicità di un sapiente gioco di luci e della macchina da presa. Troppo poco per farne un ingiustificato film culto.
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