Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Nella maggior parte del film, la voce popolaresca si condensa in un didascalismo teatrale che arruffa la superficie senza mai sedimentarsi in poesia. E' tale asperità dello stile, più che la durezza della guerra, a rendere ruvido il tono di quest'opera. La regia, per il resto tecnicamente ineccepibile, calca la mano sugli accenti grezzi del colore rurale per caricare il realismo di incisività: però, così facendo, finisce per sacrificare, alla chiarezza del messaggio, l'alone letterario del romanzo moraviano. Fa eccezione soltanto il tragico splendore della scena più famosa, l'unica che si lasci ricordare e che, comprensibilmente, è bastata da sola a nobilitare il film nella memoria collettiva.
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