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La ciociara

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su La ciociara

di Baliverna
8 stelle

Film amaro su un periodo amaro della storia italiana, con tutta la scia di odio, morte e violenza che portò con sé. Anzi diciamo pure che la pellicola calca la mano su questo, in un modo perdipiù che lascia trapelare il cinismo di Moravia, autore del romanzo da cui è tratta. I ritratti umani che popolano la vicenda – con l’eccezione delle protagoniste e di Belomondo – sono infattti piuttosto sconfortanti: egoisti, insensibili, violenti, interessati, libidinosi, profittatori, vigliacchi…. Devo anche aggiungere che, se da un parte in questi c’è un eccesso di pessimismo per l’assenza di figure positive, dall’altra c’è un eccessivo schematismo nel personaggio di Belmondo, che è positivo in modo programmatico. Egli è però uno strano compendio di dottrine e orientamenti: pare sia comunista, è un prete mancato uscito dal seminario “proprio perché aveva la vocazione”, intellettuale che capisce veramente come stanno le cose, ha una certa fede religiosa, ma è lontanissimo dalla Chiesa e parla male del clero, che naturalmente è amico dei ricchi e avido di ricchezze… Qui si colloca il discorso delle numerose stoccate al cattolicesimo e persino al protestantesimo (con gli “evangelisti”) di cui è disseminato il film. I credenti di queste fedi facenti riferimento alla Chiesa Cattolica o ad una qualche organizzazione sono tutti avidi e ipocriti, tanto che sembrano presi di peso da un film di Altman. L’insieme pare un inno alla fede individuale e allergica alle chiese, che sarebbero popolate da traditori di essa.
Nonostante queste critiche e questi secondi fini della sceneggiatura, devo dire che il film nel complesso funziona, e ha diversi momenti riusciti e persino in qualche modo lirici. Anche la scena nella chiesa prima dell’irruzione dei bruti ha il suo spessore e intensità, creati col silenzio e l’azione lenta delle due donne. La musica soffusa fa il resto. Qui però devo porre una domanda: qualcuno mi sa dire che figure siano quella masnada di violentatori? Cosa ci fanno tra quei monti? Pare siano nordafricani, sono vestiti da frati francescani ma hanno il turbante, e sotto il saio hanno strani calzoni bianchi. Non sarò un genio di osservazione, ma mi pare che la loro identità sia quanto meno confusa o definita da indizi troppo vaghi e contradditori, e nessun dialogo del film contribuisce a fare chiarezza. Da segnalare l’intensa interpretazione della Loren, forse l’unico personaggio ben definito, realistico, non schematico, non programmatico o ideologico. Film soddisfacente, ma De Sica ha fatto di molto meglio. Un buono un po stentato, ma un buono.

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