Regia di Lorenzo Lepori vedi scheda film
Un riuscito -e divertente- esempio di sceneggiatura sintetica e coinvolgente (opera del prolifico Antonio Tentori), al servizio di una regia minimalista (causa no budget) ma in grado di fare miracoli data la genesi (davvero indipendente) del progetto. A suo modo, decisamente efficaci anche gli attori.
Prologo - Un taglialegna rinviene, sepolto in un bosco, un corpo di donna (Simona Vannelli) apparentemente mummificato. Toccandolo sprigiona una forza malefica che riporta in vita il cadavere, rimanendone vittima, assieme alla moglie.
Intermezzo - Il vedovo Andrea (Henrj Bartolini), raggiunge l'amico Paolo (Pascal Persiani) che lo attende in compagnia della disinibita Milena (Yana Proshkina). I tre, facendo uso di alcol e droga, finiscono a casa di Paolo per concludere la serata in un letto "a tre piazze". Milena, in realtà d'accordo con un gruppo di ladri, lascia penetrare nell'abizione alcuni malviventi mascherati. Nella colluttazione che ne segue, la ragazza viene ferita a morte causando l'immediata fuga dei malviventi.
Epilogo - Andrea e Paolo decidono di seppellire il corpo senza vita di Milena -fatto a pezzi e rinchiuso in una valigia- nel bosco vicino alla casa del cugino di Paolo (il taglialegna del prologo). Proprio dove si è rianimato il corpo della donna, in realtà moglie di Andrea e vittima di un uxoricidio.
Un miracolo vero e proprio. Girato senza budget in prossimità di Pistoia (Ponte Buggianese), Notte nuda segue il più celebre (ma forse meno riuscito) Catacomba, dimostrando come -senz'altro per via dell'ottima sceneggiatura- l'accoppiata Antonio Tentori (ai testi e anche interprete nel ruolo di un fungaiolo destinato a brutto trapasso nel finale) e Lorenzo Lepori (in regia) meriterebbero decisamente di essere supportati da una produzione di più ampio respiro. Perché nel complesso, nonostante i limiti dovuti ai pochi mezzi disponibili, Notte nuda mette assieme -con ottimi risultati, considerate le premesse- diversi momenti classici del cinema horror, rielaborandoli efficacemente con uno stile di regia molto personale.
Si comincia con un paio di soggettive nel bosco in debito con Evil dead (Sam Raimi, 1982), per poi proseguire con un intermezzo alla Tarantino (festino in casa, con irruzione di teppisti) e concludere alla grande in perfetto stile Jean Rollin, per via di una femmina ritornante che -girando nuda in cerca di vendetta per i boschi- tanto ricorda le vampire malinconiche e sensuali del regista francese.
È da aggiungere che, ai modesti effetti speciali in certi casi evidentemente amatoriali (in particolare la decapitazione di Milena), Lepori sopperisce con riprese dinamiche, vivaci e una colonna sonora decisamente coinvolgente, soprattutto nell'epilogo. Inoltre ha il buon senso di limitare la durata del film a 70 minuti, rendendo nel complesso appagante -per i fruitori dell'horror nostrano- questo incubo a occhi aperti, dove delitti cruenti vanno di pari passo con spettrali (sexy) ex-mogli vendicatrici, affiancate da una creatura antropomorfa che ha il singolare look di uomo... cinghiale!
"Il matrimonio è come una trappola per topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne, e gli altri ci girano intorno per entrarvi." (Giovanni Verga)
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