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Creed II

Regia di Steven Caple Jr. vedi scheda film

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La recensione su Creed II

di Marco Poggi
6 stelle

Seguito di Creed - nato per combattere, ma anche di quel Rocky IV che era e resta un fumettone patriottico ambientato durante la Guerra Fredda e l'America di Reagan del 1985.

Seguito di "CREED - NATO PER COMBATTERE", ma anche di quel "ROCKY IV" che era e resta un fumettone patriottico ambientato durante la Guerra Fredda e l'America di Reagan del 1985. Qui, invece, si cerca di mettere in secondo piano la vendetta dei Drago padre e figlio per puntare sull'evoluzione di Adonis Creed, figlio di Apollo, diventato campione dei pesi massimi, ma anche marito di una simpatica cantante sordomuta e padre di una bambina che riscgia d'avere la stessa disabilità della madre. Discreta la prova di Michael B. Jordan, ma sono sempre i veterani Sylvester Stallone e Dolph Lundgren a fare la differenza, specie con i loro primi piani. Un bel bignami di film già visti. Perché bignami? Perchè a Jordan viene chiesto di rivivevare certe situazioni che ha già vissuto il giovane Rocky nei capitoli 2, 3 e 4 della saga, certo in salsa figlio di Apollo Creed e pupillo di Rocky, ma pur sempre dei bei deja vu. Di veramente positivo qui c'è il discorso di Ivan Drago a Rocky, quando l'ex-pugile russo si reca a trovare il suo ex avversario nel suo ristorante, i consigli da vetrano dell'italo-americano al suo pupillo,  l'allenamento nel deserto e l'addio di Stallone al personaggio. Il resto è routine, anche lo scontro finale fra i due pugili, che non eguaglia quello del 1985, dove davvero ci si faceva veramente male (sarà perché la regia era dello steso Stallone). L'attore che interpreta Viktor Drago (che funge anche un pò da Clubber Lang/Mister T della situazione, perché Creed arriverà a sfidarlo anche senza il consenso e l'appoggio di Rocky) sarà anche più bastardo del padre, peccato che non mi colpisca come mi colpì Dolph Lundgren 33 anni fa e come lo stesso Lundgren mi colpisce qui, con i suoi sguardi che dicono più di mille parole. Inoltre, sarò vecchio, ma la colonna sonora dei film di Adonis è troppo fatta di pezzi rap. Certo, sul più bello c'è un richiamo a Bill Conti e al suo "GONNA FLY NOW", ma mi mancano "EYE OF THE TIGER" e "BURNING HART" dei Survivor e "NO EASY WAY OUT" di Robert Tepper, che essendo troppo di Rocky qui non vengono nemmeno riarramgiate. Discreta la prova di tutto il cast, anche se Tessa Thompson non riesce a scalzare dal mio cuore la Talia Shire di Ardriana, che era "solo" una negoziante timida ed innamorata, ma che, poi, era capace anche di confrontarsi alla pati sia con Rocky che col fratello Paulie di Burt Young.Fra tanti ritorni, anche quello di Brigitte Nelsen nel ruolo dell'ex-moglie di Drago...forse la vera cattiva del film, almeno dal punto di vista dei Drago. Sufficiente.    

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