Regia di Mariano Laurenti vedi scheda film
Modestissima sexy pochade, scritta e sceneggiata con imbarazzante approssimazione da Bruno Corbucci e Paolo Brigenti. Due le scene cult: Giorgia (Gloria Guida) che rimane in reggiseno, mutande e reggicalze in centro a Bologna, dopo che il suo vestito è rimasto tra le porte dell’autobus e la stessa protagonista che, per soddisfare le perversioni dell’onorevole Vincenzi, si fa firmare, col pennarello, su tutto il corpo. Per il resto, la bellissima attrice emiliana, quando non è nuda, indossa magliette semitrasparenti, giocandosi le parentesi sexy con la veneta Marilda Donà (nella parte della moglie del giudice Damiani) che vestita, proprio non ci vuole stare. Di tutto rispetto il cast maschile, ma Celi, Caprioli, piuttosto che Salce o Cannavale sono assurdamente sottoutilizzati; così come Lino Banfi (Pasquale Zagaria), costretto a scene dove mangia come un lupo per ovviare alla totale mancanza di idee degli sceneggiatori. La “Pensione Paradiso” non è stata allestita in un casale nei pressi di Bologna (dove sono stati girati molti esterni) ma nel Castello Chigi a Castel Fusano nel comune di Roma.
Periodo di poca ispirazione per Ubaldo Continiello. Oltre ad una ordinaria colonna sonora uguale a molte altre, infila un riarrangiamento di un vecchio successo internazionale degli anni ’50 dello svizzero Werner Thomas, utilizzato già ne “Il trafficone” (1974) di Bruno Corbucci; pezzo che Romina Power, nel 1981, trasformerà in un tormentone col titolo “Il ballo del qua qua”. Non contento, Continiello riproporrà lo stesso motivetto anche per “Biancaneve & Co.” (1982) di Mario Bianchi.
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