Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
I quattro moschettieri, D’Artagnan incluso, sono ormai sulla cinquantina e si sono ritirati a vita privata, quando la regina Anna, temendo i complotti del cardinal Mazzarino, li richiama in azione: sarà un ritorno in scena un po’ goffo, ma infine efficace.
Lenta e non proprio drastica, ma c’è una svolta nel cinema di Giovanni Veronesi, dalle insulse commedie qualunquiste tipo Manuale d’amore o Genitori & figli a lavori come questo Moschettieri del re – La penultima missione. Una svolta che sostanzialmente cerca di trasformare il ridanciano (fine a sé stesso) in spensierato (basato su contenuti) inserendo in sottotraccia nella trama degli elementi concreti, più solidi e incisivi, come poteva essere la critica sociale nel precedente Non è un paese per giovani (2017): qui naturalmente le fondamenta del lavoro stanno nella letteratura, nell’opera di Alexandre Dumas da cui la pellicola prende spunto. Uno spunto molto interessante, sicuramente sviluppato in modo un po’ grossolano, ma comunque degno di attenzione – e difficilmente, data la destinazione ‘popolare’ dell’opera, si potrebbe definire sbagliata la sua fattura. Veronesi è anche autore della sceneggiatura, naturalmente, qui insieme a Nicola Baldoni; la vera forza trainante del film risiede in ogni caso nel cast, che vede alternarsi in scena una bella fetta della ‘serie A’ del cinema italiano contemporaneo: Valerio Mastandrea, Sergio Rubini, Rocco Papaleo, Pierfrancesco Favino, Margherita Buy, Alessandro Haber e ancora Giulia Bevilacqua, Matilde Gioli, Luis Molteni, Raffaele Vannoli e Valeria Solarino. Considerato sotto la luce della generica definizione ‘cento minuti di intrattenimento’, il lavoro ha il suo perché: non esaltante (e non esilarante), ma ce l’ha. 3,5/10.
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