Regia di Konstantin Khabenskiy vedi scheda film
Film a trazione russa che riesce a sorprendere per messa in scena e fotografia. Il regista, attore russo alla prima esperienza dietro la macchina da presa, si fa forza dell'esperienza maturata in qualità di attore in film "commerciali" come I Guardiani della Notte (2004) e I Guardiani del Giorno per girare il film all'americana. Interamente ambientato nel campo di concentramento di Sobibor, è un'opera che colpisce nello stomaco lo spettatore ("siete voi nazisti ad aver insegnato agli ebrei a uccidere"). Lo sceneggiatore presenta i personaggi del film suggerendo coloro che saranno protagonisti (l'orefice e la sua compagna) salvo eliminarli sotto l'incredulo sguardo di chi assiste agli orrori del campo di concentramento. L'affetto familiare, la speranza di poter riabbracciare i propri cari e di poter condividere le fatiche della prigionia vengono spazzate in un clima di falsità e derisione che porta alla pazzia dei prigionieri (e anche dei loro carcerieri, sempre più perversi e malati). Christopher Lambert, attore sottovalutato nel corso della sua carriera, è perfetto nel glaciale ruolo del comandante del campo di concentramento. Lo vediamo muoversi dando l'apparenza di essere un ufficiale con un certo portamento e un certo ruolo, salvo poi vederlo scadere in una fredda crudeltà che cela il passato di un amore inconfessabile (confessa di aver amato un'ebrea ma di non averla potuta sposare). Emergono molto bene le perversioni delle SS (un ufficiale, forse omosessuale, si diletta a frustare nel sedere un ebreo che chiama "culo a strisce"), i loro abusi sui prigionieri, comprese le pratiche "esemplari" per soffocare ogni moto di ribellione. Gli ebrei subiscono passivi, perché ogni reazione viene punita a danno degli altri compagni di avventura che per non correre rischi puniscono loro stessi i più ribelli. Si mostra inoltre attenzione sull'infame ruolo svolto dai Kapò, gli ebrei posti dai nazisti a guardia dei loro compagni di fede. Indimenticabile la sequenza iniziale con un gruppo di donne sottoposte all'azione dello zyklon b, con Lambert che spia il tutto da uno spioncino mentre una donna lo guarda impotente nella nube di gas prima di iniziare a vomitare.
Brutale in alcune scene (a un ufficiale tedesco viene spappolata la testa con inquadratura in PP della poltiglia di carne sfracellata), Sobibor è una pellicola che centra l'obiettivo, grazie a un'apprezzabile caratterizzazione dei personaggi e a una sapiente messa in scena. Prova superata per il regista. Consigliato.
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