Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Ha più ritmo rispetto al primo episodio. Si concentra di più sulla vicenda intima del famoso pregiudicato, con uno scavo psicologico di assoluto rilievo. Qui si sottolinea giustamente la sua falsità: la teatralità innata con cui cerca di ingannare chiunque, pur di averne un tornaconto economico. La coscienza è assente, (“Non mi offendo mai”; “chi su di me fa leva sulla psicologia non ottiene niente”), ma non del tutto: la solitudine, le tante sconfitte, il sincero disprezzo altrui (per quanto variamente dissimulato) pesano enormemente, al di là delle apparenze. La tristezza si fa sentire.
Ugualmente si vede bene, come nel primo episodio, il vorticare di leccapiedi, e l’asimmetria su cui ha basato un’intera vita: tutti sono opportunisti e lo detestano (pur facendo mostra di adorarlo); ma in cambio lui ne gode del senso di onnipotenza, sopra le loro vite.
Lodevole è la constatazione della verità sugli imprenditori: quelli che vogliono davvero fare fino in fondo il proprio interesse (e crescere, senza accontentarsi di poco): non hanno alternative, e devono essere in parte significativa ladri e bugiardi. Senza essere criminali non ci può essere grande ricchezza. Ma per fare ciò l’intelligenza deve mostrare un’altra dote: quella della menzogna perenne. Che qui viene esaltata tramite i mass media: i giornalisti eterni prostituti, l’evasione che è solo distrazione da reati e problemi reali…
In generale un commento sulla seconda parte non può che ripetere in gran parte quanto già scritto in sede di commento della prima.
Resta qualche passaggio a vuoto, in particolare sul terremoto, specie nel finale. Ma il giudizio storico è corretto, sulla vicenda umana e politica di Berlusconi: trapela sia per quello che dice Veronica Lario, sia per quello che si vede in tutto il film, che è assolutamente verosimile, tanto da apparire cronaca (a differenza del primo episodio, quando molto era deformato per la scelta, peraltro apprezzabile, del registro grottesco). Un giudizio storico contro Berlusconi di una gravità inaudita, per la sua condotta sistematicamente immorale e delinquenziale. Rispetto alla prima parte, resta l'impressione che il pregio maggiore siano scenografia e fotorgrafia, da Oscar.
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