Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Un passo avanti rispetto al primo film. "Loro 2" è più focalizzato sul personaggio, sulla sua figura e sulle sue relazioni, ed è una figura che non appare solo caricaturale come si temeva, ma un originale impasto di grottesco e di malinconia. Qui Servillo torna a fare il mattatore come nei precedenti film di Sorrentino, ma cercando di non perdere di vista l'anima del politico imbonitore, come dimostrano certi pezzi di bravura recitativa (ma anche ben diretti) quali la scena della vendita telefonica e l'amaro confronto con Veronica al momento del divorzio. Il film è immerso in un'aura più sconsolata dove i fremiti della carne sono evocati senza inutili concessioni morbose, dove il trasformismo politico è visto come l'ennesima sconfitta di un'Italia che non ha il coraggio di ammettere i propri fallimenti, dove "the show must go on" diventa un'efficace sintesi di un'epoca di mediocrità dilagante. Il film è più omogeneo della prima parte, meno dispersivo, anche più fluido nel ritmo. Sorrentino torna a padroneggiare la situazione con maestria, si avvale della consueta fotografia di Bigazzi dalle luci sinuose e squillanti, tende meno al barocchismo felliniano che i suoi detrattori gli rinfacciano ad ogni occasione. Certo la didascalia che introduce entrambe le parti è un po' una paraculata, e non si capisce il bisogno di negare nelle interviste che Sergio Morra sia Tarantini o Cupa Caiafa sia Michela Brambilla. Per me il film riesce in questa seconda parte a centrare il mix di decadenza politica e di tenerezza nascosta che è un po' la chiave di approccio più sicura per impedire che i personaggi narrati si trasformino in fantocci senz'anima. Servillo supera il difficile compito con onore e in alcuni momenti è davvero da applausi; più che buono il contributo della Ricci come Veronica Lario, di Kasia Smutniak e altri caratteristi fra cui risulta difficile stabilire una gerarchia di valore. Non del tutto appropriato il finale a L'aquila, a mio parere una scena che resta estranea al corpo del racconto e non aggiunge molto se posta in conclusione, con Sorrentino che si ricorda di una denuncia pronunciata in maniera troppo generica. Per il resto il film funziona, con una media fra le due parti che sta sul 7,5.
Voto 8/10
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