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Loro 2

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Loro 2

di Carlo Ceruti
10 stelle

Un capolavoro che resterà nella storia del cinema.

Con Loro 2, Sorrentino chiude il suo cerchio, dando vita ad un'opera che, con ogni probabilità, rimarrà nella storia del cinema per sempre perché è un esempio di arte allo stato puro. Mentre il primo si concentrava maggiormente sull'Italia immorale, avida e malata figlia del berlusconismo, il secondo raffigura soprattutto la figura di Berlusconi/Servillo. Servillo dà qui una prova d'attore impressionante superando, forse, nel cinema d'impegno civile, persino Gian Maria Volonté, dimostrando di essere uno dei migliori artisti in circolazione, creando un personaggio forse più complesso del modello originale. Il suo Besluconi, straordinariamente credibile, è di una profondità impressionante e sembra racchiudere in sé tutti i concetti di bene e male. E' un uomo infido, arrogante, narcisista ed imbroglione, eppure è tremendamente debole e patetico, patetico per come si circonda compulsivamente di donne per dimostrare a sé stesso la sua virilità, patetico per come è perennemente alla disperata ricerca di affetto e considerazione, patetico per il ridicolo cerchio che ha creato attorno a sé, fatto di lecchini schifosi e bamboline senza cervello. E lì lui, imperatore triste ed in decadimento, vive indisturbato, armato di un sorriso largo ma finto ed inquietante, nella sua gigantesca villa da cui governa il paese intero anche quando sta all'opposizione, confortato dai suoi servi e dal fasto di cui si circonda. Una imponente e tronfia grandezza che pare messa lì solo per esorcizzare la paura di invecchiare e morire, solo per sentirsi riuscito nella vita, solo per credersi il migliore. Eppure non è mai soddisfatto, nemmeno quando torna al potere. Quando la moglie lo lascia svelando tutte le sue insicurezze, Servillo/Berlusconi pare, per la prima volta, a pezzi.

C'è qualcosa dentro di lui, simile ad un complesso di inferiorità, nascosto in qualche anfratto della sua anima, che cerca disperatamente di sanare con soldi, successo, potere e donne, ma senza mai riuscirci. Il suo demone è sempre lì presente con lui, invocando a gran voce qualcosa di più e poi ancora di più e giù così in un giochino al massacro. E' un uomo viscido e quasi demoniaco, eppure lo spettatore riesce ad empatizzare con lui, a provare, talvolta, quasi pietà e compassione per quest'uomo così potente eppure così minuscolo e, talvolta, si prova quasi ammirazione (figlia del berlusconismo che, purtroppo, ha un po' contagiato tutti noi) per quest'uomo così potente ma alla ricerca disperata della serenità.

Forse, Servillo/Berlusconi non è neanche così cattivo. Quando dice al suo amico Fedele che voleva fare davvero qualcosa di buono per 'il paese che ama', nei suoi occhi tristi brilla una luce di sincerità. Forse, è diventato talmente bravo ad ingannare gli altri che ci riesce anche con sé stesso. Forse, è talmente insicuro che si rifiuta persino di guardare la realtà nuda e cruda. Ma può nascondere la verità alla gente, a sé stesso ed ai giudici, ma non a sua moglie, una grandiosa Elena Sofia Ricci, che tira fuori tutti i suoi autoinganni, mostrandogli quanto poco in realtà valga. Su tutto ciò si dipana ancora l'immagine di un'Italia demenziale, senza regole, senza speranza, in cui le persone sono ridotte a consumatori imbecilli ed in cui le donne valgono solo se hanno un bel corpo da vendere.

Sorrentino dirige con stile tragico e grottesco, facendo di Servillo/Berlusconi una maschera con una miriade di sfaccettature, che è drammatica, sopra le righe, un po' clownesca, ridicola e comica, rappresentando la sua villa in Sardegna come un girone dell'inferno dove non ci si può non perdere e dove le ricchezze stanno lì solo a mascherare i conflitti familiari e le contraddizioni di un uomo che non riesce a trovare sé stesso.

Il finale è bellissimo, asciutto e senza retorica ed è un omaggio a Loro. Ma non i Loro uomini alla ricerca sfrenata di soldi e potere, i Loro che stanno tutti i giorni a sudare per regalarci un paese migliore. E' un finale che conforta e dà tanta speranza.

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