Regia di Samuel Newfield vedi scheda film
Un'unità di spedizione viene inviata nel Pacifico meridionale per cercare un missile a energia nucleare contenente dei dati matematici registrati a bordo che ne stimano resistenza ed efficacia. Trovandosi ora su un'isola inesplorata i membri dell'equipaggio scoprono un altopiano misterioso, una giungla nascosta popolata da esseri preistorici… Ebbene sì, questa pellicola di Sam Newfield è uno dei tanti adattamenti tratti da “The Lost World” di Arthur Conan Doyle. Peccato però che a parte le premesse apprezzabili, quali Cesar Romero (maggiore Nolan) come protagonista e un’ambientazione seducente, la narrazione sia strutturata con una cadenza scalcinata, tanto da rendere latente ogni possibile elemento potenzialmente invitante nella parte avventurosa: per due terzi del minutaggio vediamo infatti la lunga scalata della montagna inframezzata da conversazioni sconnesse e dai contenuti corrivi, salvo per una piccola sequenza da brivido in cui i pars devono saltare un burrone. Il resto comprende delle sparatorie con triceratopi e brontosauri (il t-rex e la bionda che compaiono nella cover dove sarebbero?!?), imbastite tramite uno stop-motion scadente (perfino nel ’51), in cui comunque l’estetica verde menta ricrea un quadro più “ultraterreno”. La forza dell’immaginazione non manca, ma con una direzione incapace di erigere una componente action sollecitante, la noia non può che avere la meglio. Peccato, perché al netto del budget modesto c’era la possibilità di fare un bel giocattolone basato sulla tensione che si respirava durante l’"età atomica". In relazione a ciò è tuttavia interessante la riflessione anti-sciovinista dello scienziato straniero: «I Russi anche oggi sono sempre gli stessi [...]. Il rispetto per il mio paese è morto dietro quel filo spinato, spero di ritornarci il giorno della redenzione».
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