Regia di Gabriel Mascaro vedi scheda film
A dirigere Divine Love è Gabriel Mascaro, regista, sceneggiatore e artista visivo brasiliano. Nato nel 1983, Mascaro vive e lavora a Recife, nel nord est del Brasile. Inizialmente noto per essere un regista di documentari (il primo, KFZ-1348, risale al 2008), Mascaro si è laureato in Comunicazione Sociale prima di dedicarsi al cinema e trovare l'apprezzamento dei circuiti festivalieri internazionali. Nel 2014 il Festival di Locarno ha accolto in concorso il suo primo lungometraggio di finzione, Ventos de Agosto, onorandolo con una menzione speciale. Nel 2015 è invece il Festival di Venezia a selezionare nella sezione Orizzonti la sua opera seconda, Neon Bull, riconoscendogli il Premio Speciale della Giuria. Divine Love è il suo terzo lungometraggio.
Protagonista principale di Divine Love nei panni di Joana è l'attrice Dira Paes, scoperta a 15 anni da John Boorman in La foresta di smeraldo. Joana si muove in un Brasile del tutto diverso da quello di oggi: la nazione è del tutto evangelica e il sesso, soprattutto al di fuori delle coppie unite in matrimonio, è considerato perverso e non naturale. Donna di mezza età, Joana desidera diventare madre ma, nonostante i molti rapporti con l'amato Danilo (impersonato da Julio Machado), non riesce a rimanere incinta. Ciò la spinge a chiedersi come mai Dio ignori le sue preghiere sebbene lei faccia di tutto per rispettarne gli insegnamenti. Lavorando in un ufficio statale, infatti, si prodiga affinché le coppie che hanno intenzione di divorziare ritrovino l'armonia. Lo fa suggerendo loro di entrare in contatto con il gruppo Divino Amor, di cui anche lei con Danilo fa parte. Durante le sessioni di gruppo, le coppie finiscono con il praticare sesso con altri partner prima di tornare, all'ultimo istante, con la propria metà e avere con loro l'orgasmo. "Joana usa il suo corpo come strumento di fede e prova del suo amore per Dio", ha sottolineato Mascaro. "Per il personaggio, o tratto ispirazione dalla Bibbia ma anche da alcune donne realmente vissute nel Medioevo e raccontate dalla scrittrice Elisabeth Roudinesco nel volume Il nostro lato oscuro - Storia della perversione, in cui si ripercorrono le vicende di molte donne religioso che, intimamente e segretamente, si dedicavano anima e corpo alla ricerca dell'estasi".