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Sibel

Regia di Cagla Zencirci, Guillaume Giovanetti vedi scheda film

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La recensione su Sibel

di gaiart
8 stelle

Sibel OVVERO HOMO HOMINI LUPUS In giapponese GO EN significa qualcosa che accade in modo inaspettato, come l’incontro tra i due protagonisti di Sibel. Un film intenso, intelligente, ottimamente recitato da attori superbi, con uno script originale, sofisticato, come raramente accade. Coproduzione turca, tedesca, lussemburghese e francese

Sibel OVVERO

HOMO HOMINI LUPUS

 

Others and Otherness

 

     In giapponese GO EN significa qualcosa che accade in modo inaspettato, come l’incontro tra i due protagonisti di Sibel.

Un film intenso, intelligente, ottimamente recitato da attori superbi, con uno script originale, sofisticato, come raramente accade. Coproduzione turca, tedesca, lussemburghese e francese, Sibel è un piccolo gioiello di dialogo e scoperta.

 

    Ossa e terrorismo ricorrono in tutta la pellicola, fin dall’inizio quando una radiografia delle mascelle, riprende una persona mentre fischia e poi la spasmodica ricerca delle ossa di un lupo, il lavaggio di queste, la cura.

A Kuskoy, un piccolo villaggio del nord-est della Turchia, le persone parlano con un linguaggio fischiato tanto che il nome significa appunto il villaggio degli uccelli.

 

   Etnografica, curiosità folcloristica o reale interesse comunicativo? Queste sono le domande che sorgono vedendo la pellicola e molte altre si affastellano nella mente dello spettatore per capire cosa ha spinto i due giovani ORIGINALI registi ad arrivare a tanto.

 

   Sibel è un film sui boundaries etnici, linguistici, sociali, politici e sulla libertà del femminile, contro il maschile, specialmente in un paese musulmano come la turchia. Anche se la descrizione del personaggio di Sibel vale per ogni donna speciale, diversa, con sofferenze di ogni tipo e solitudine, così come è pieno il mondo oggi, qui assume una valenza potentissima.

   La protagonista, la bravissima Damla Sönmez,  è muta, ma non per questo meno forte, meno intelligente e coraggiosa, desiderosa d'amore e di dialogo, di espressione del sè e di accettazione, proprio come ognuna di noi.

   Persino il mito del lupo feroce, non meno dell'uomo, come ricordava PLAUTO, che aleggia nella foresta, intorno al villaggio vicino al Mar Nero, assume una valenza di territorio, di confine entro cui le donne, per paura, devono rimanere confinate. Ma in realtà il lupo feroce forse non esiste. E' solo una disarmante metafora. Mentre gli altri uomini si!

   Il personaggio di Sibel è forte, maschile, attivo, acuto, ma a differenza delle altre donne del villaggio, a causa del suo handicap vocale, è cresciuta in modo autonomo e libero. Non è diposta a compromessi con niente e nessuno, nemmeno all'idea di essere sbranata da un lupo, o amata da un presunto terrorista.

 

 

 

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