Regia di Jim Loach vedi scheda film
Festa del cinema di Roma - Alice nella città.
La misura di un uomo è la capacità di approdare in un porto sicuro durante una tempesta.
Tra tutte le stagioni, l'estate, offrendo l'occasione di staccare la spina dalla routine senza tregua, è da sempre la depositaria delle principali metamorfosi caratteriali, soprattutto tra i più giovani.
Measure of a man inquadra questo momento delicato ed esaltante, fissando il focus su un ragazzino scontento e represso, che avrebbe tanta voglia di cambiare. Deve solo trovare il coraggio di mettersi in moto, una corrente di spunto sufficiente per azionare il lungo e tortuoso percorso che trasforma un bambino in un uomo.
Estate 1976. Come tradizione vacanziera impone, Bobby Marks (Blake Cooper) si trasferisce insieme a genitori (Judy Greer e Luke Wilson) e sorella (Liana Liberato) a Rumson Lake.
Ad attenderlo c'è la sua amica Joanie (Danielle Rose Russell), con cui vorrebbe costruire la sua prima storia d'amore, ma anche un gruppo di bulli che lo tormenta regolarmente, rendendogli la vita impossibile.
La svolta comincia a intravedersi quando riesce a farsi assumere dal severo signor Kahn (Donald Sutherland), come tuttofare degli spazi esterni della sua tenuta.
Con il suo secondo lungometraggio (ma ha anche diretto molte puntate di serie televisive, tra cui Shameless, Victoria e Tim star), Jim Loach - sì, il cognome non è un caso, suo padre è proprio il celeberrimo Ken Loach - cambia tono rispetto al suo esordio Oranges and sunshine, abbracciando un umore rilassato per sciogliere un racconto di formazione collocato alle soglie dell'adolescenza.
Non si parla di una trasformazione da bruco in farfalla, bensì dell'acquisizione delle prime tracce di una consapevolezza tutta da scoprire, un movimento sviluppato con una sintassi cristallina, tale da occupare con equilibrio la spaziatura.
Così, abbiamo un quattordicenne sovrappeso e insicuro, una famiglia che scricchiola e soprattutto l'inserimento dell'educatore che, sotto le spoglie di un datore di lavoro, impartisce insegnamenti instillati sotto forma di stimoli che prevederebbero una reazione.
Il fraseggio che ne scaturisce è slanciato, perfetto per essere compreso in tutte le sue sfumature dai più giovani, piazza la sua lezione di vita ma, grazie a un profilo sensibile senza eccessi e portato al sorriso, rimane lontano dalle secche del moralismo come unica soluzione.
Detto questo, è anche piano e grossolano in alcune caricature, comunque morbido anche quando affronta delle curvature insidiose e facilitato da un cast di livello, in primis grazie alla premurosa Judy Greer e a un sornione Donald Sutherland, e da un'energia che traspira da tutti i pori.
Canonico nella formula, edulcorato e educativo, estremamente gradevole e colloquiale.
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