Regia di Roberto D'Antona vedi scheda film
D'Antona e Lorusso di nuovo assieme in ruoli tuttofare (interpreti, produttori, registi, attori, ecc.) ma stavolta, a differenza del più riuscito Wicked gift, troppi sono i sapori dei frutti messi in tavola: pulp, commedia, action, fantascienza, noir, horror. Ne esce un frappè piuttosto insaporito.
Per coprire un debito con Vincent Costello (Massimo Cominato) -potente boss della malavita- Rusty (Roberto D'Antona), Anthony (Francesco Emulo) e Dario (Alessandro Carnevale Pellino) effettuano una rapina all'interno di una farmacia. Le cose non vanno nel migliore dei modi e ci scappa un cadavere. I tre fuggono appropriandosi del camper della vittima solo per scoprire che sopra ci sta Julia (Annamaria Lorusso) con il piccolo figlio Nicolas. Da questo momento si trovano coinvolti nei loschi esperimenti portati avanti dalla Crisalis, azienda che esperimenta nuove composizioni chimiche per dare vita ad armi batteriologiche e chimiche.
"A volte le strade più panoramiche della vita sono le deviazioni che non si volevano intraprendere." (Citazione sui titoli di apertura)
"Tenetevi forte perché quello che state per vedere è fottutamente pazzesco." (Rusty)
Ancora D'Antona e Lorusso, dopo l'interessante Wicked gift, assieme per dare corpo ad un fumettone pulp in evidente debito con Tarantino (citatissimi Dal tramonto all'alba e Le iene). Se da un lato è apprezzabile il tentativo di svincolarsi dalla onnipresente commedia -unico genere davvero praticato in Italia- dall'altro questo Fino all'inferno denota -rispetto sl precedente citato Wicked gift- una battuta d'arresto. Troppe le suggestioni tirate in ballo su un metraggio (oltre 110 minuti) che in più contesti presenta cadute di ritmo e scivoloni nel trash, che non sembrerebbero di certo essere voluti. A danneggiare, nel complesso, la riuscita del film sono difetti ormai consolidati del cinema amatoriale nostrano: un doppiaggio scadente causa il quale talvolta, con protagonisti esagitati, si fatica a comprendere il parlato; attori lanciati allo sbaraglio e poco in parte con scene da "buona la prima"; dannosa ironia di fondo male innestata sui (troppi) registri tematici. Un horror che vuole essere action, poi thriller, dramma, noir, pulp, fantascienza e commedia. Troppa la carne al fuoco e alla resa dei conti -stringi stringi- Fino all'inferno si distingue unicamente per l'ottimo lavoro di Aurora Rochez che ha saputo comporre una colonna sonora sprecata -per quanto bella- in questa circostanza. Curioso notare come, Quentin Tarantino, in molte occasioni abbia tratto ispirazione dal cinema italiano degli Anni '70. La domanda che ci si pone di fronte a "emuli del cineasta più emulatore del mondo" è la seguente: "perché mai ispirarsi a film di genere senza andare all'origine ma passando per il filtro americano?". Le scene del terzetto con i protagonisti "pistoleri" vestiti elegantemente in abito color bianco e nero e con cravatta -look sfacciatamente derivato (in evidente omaggio) da Le iene e Pulp fiction-evocano alterni sentimenti: da un lato simpatia per l'ingenuo coraggio di realizzare un prodotto che propone una trama ingestibile a questo livello, dall'altro la voglia di fermarsi durante la visione, senza riuscire ad arrivare al finale. Finale completamente astruso con brutti effetti speciali e lieto fine di circostanza. Un giochino che poco diverte anche gli amanti del pulp tarantiniano, figurarsi il pubblico ordinario. Peccato. Il consiglio che diamo a D'Antona e Lorusso (vedetevi i titoli di coda per capire quanta energia hanno speso nel progetto), dato che potenzialmente il talento c'è, è quello -per la prossima occasione- di affidarsi a un valido sceneggiatore, di evitare il turpiloquio (diventano noiose troppe parolacce, cazzo!), di percorrere un unico genere e di porre più attenzione al doppiaggio. L'audio in presa diretta sminuisce, talvolta, il risultato finale.
"Siamo tante formiche all'interno di una sfera sospesa nel vuoto." (Rusty)
Curiosità
Sui titoli di coda gli autori ringraziano John Carpenter, Sam Raimi e David Fincher. Per quale motivo? Questo resterà probabilmente il vero mistero di Fino all'inferno.
Soundtrack (Aurora Rochez)
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