Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Raggiungere l'inservibile.
L'immensità degli alberi, delle montagne, della natura, del nulla afferrabile. Perdere per trasformarsi in fantasmi vincenti. Conquistare il vuoto, l'invisibile che luccica - l'Inutile. Passioni traslucide che catapultano verso l'abisso. L'oro della morte, la Morte. Fino a che punto può spingersi l'ambizione umana, del guerriero? Probabilmente fino ad una luminosa e inconsapevole autodistruzione. Inconsapevoli : accecati dalla trasparenza e sincerità dell'Indomabile - Earth, Sky. Aguirre non è un essere superficiale, eppure tendenzialmente rappresenta una sorta di superficialità filosofica : quella del conquistatore che trasuda - fisicamente e mentalmente - velleità conturbanti, illusioni pulsanti ; elargisce paradisi palpabili, come fosse un Dio atemporale, un profeta atipico, dall'istinto primitivo. Oscurato da se stesso, dal possedere senza prima riuscire a possedersi, spinto verso acque sconosciute dal suo paradossale profetizzare, dal suo furore, il furore del suo (D)Io. Credere e crepare. Un viaggio verso una terra inesplorata (natura), all'interno di una mente inesplorata (follia) : il delirio dell'ineluttabilità terrestre, presso terreni che sprofondano dentro Aguirre - la fame non è un problema, a saziarla ci pensa la pazzia. Un'affascinante discesa all'inferno, attraverso un fiume torbido, pieno di pericoli, che scorre nelle vene del mondo, nelle arterie del protagonista - un conquistadores vorace, inarrestabile, promotore della Fine. Eppure le voci non cessano, si odono dappertutto, più si avanza e più sono chiare. Voci di demoni interiori, un flusso di lamenti incomprensibili. Tutto si assottiglia, ogni cosa si pietrifica - la mostruosità diventa normalità, che sarebbe la consapevolezza dell'oblio. Aguirre si identifica di fronte alla propria solitudine. Tutto si ferma. Si muore in piedi, circondati e avvolti da ciò che si brama e si desidera - l'Inconquistabile. Apoteosi dell'importanza del fallimento - il racconto di una grandiosa sconfitta. L'eroe ributtante ha perso. Werner Herzog, poeta dell'eterno sfiorarsi tra vita e morte, cantore dell'estenuante ed eterno sopravvivere all'inafferrabilità dell'Inutile, realizza un'opera inclassificabile e inarrivabile che comunica in maniera viscerale con lo spettatore attraverso sfumature, simboli e silenzi archetipali.
Capolavoro perforante.
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