Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Gruppo di conquistadores spagnoli alla ricerca dell'Eldorado nella foresta sudamericana. Fra di loro, Aguirre (K.Kinski), in un crescendo di delirante follia ne prenderà il comando verso l'inevitabile destino. Dalle prime coinvolgenti immagini emerge la qualità documentaristica di W.Herzog, che al cospetto della natura le rende il meritato tributo esaltandone la forza, l'impenetrabilità e l'assoluta incompatibilità con la violenza umana. I conquistadores restano a margine del racconto dando l'idea di poter forzare solo con fatica il quadro generale che li circonda, e se col tempo le vicende umane escono allo scoperto vengono bilanciate al loro interno dalla figura distruttiva e onnivora di Aguirre. In fondo egli non rappresenta che la materializzazione umana della foresta impetuosa e inattaccabile che li mette a dura prova, Aguirre conquisterà il potere al prezzo più alto senza che lui se ne ravveda. In un finale grottesco, circondato da cadaveri e scimmiette della giungla, su di una zattera alla deriva, finalmente compenetrato nella natura ostile, raggiungerà, fallendo la sua missione, il punto più alto della sua follia abbagliante e onnipotente. Immagini ricche di naturalità, di spontaneità dei mezzi, più che una risalita apocalipsiana del fiume, il film sembra raffigurare una sequenza in serie di tante sfaccettature umane e sovrumane idealizzate nella natura. L'uso della musica evocativa dei Popol Vuh è quanto mai efficace, la prova di K.Kinski fra le più convincenti della sua carriera.
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