Regia di Werner Herzog vedi scheda film
capolavoro del Nuovo Cinema Tedesco, sorprende per la ricchezza tematica e lo stile visionario. E' un film leggibile a piu' livelli (storico, politico, psicologico, sociologico, etico e religioso); un'apologo sul rapporto dell'uomo con la Natura, sul suo fallimento del tentativo impossibile di dominarla fisicamente, sull'imperialismo, sulla ribellione, sulla volonta' di potenza e la volonta' di ricchezza, sulla sopraffazione tra gli individui (specialmente dei bianchi sugli indios), sull'irraggiungibilita' di sogni folli. Aguirre combatte un nemico inesistente, verso una meta' solamente immaginata, mitica, assente nella realta': da qui l'esigenza di adottare uno stile ipnotico, onirico, allucinato. Straordinarie le scene iniziali sulle montagne e quelle finali con la cinepresa che circonda la zattera; memorabile per isterismo nevrotico Klaus Kinski; perfette e suggestive le musiche. La sua influenza su Milius mi pare evidente.
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