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L'enigma di Kaspar Hauser

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su L'enigma di Kaspar Hauser

di cheftony
9 stelle

Herzog si basa sulla vera e mai davvero risolta storia di Kaspar Hauser, giovane trovatello comparso dal nulla in una piazza di Norimberga, quasi completamente inabile e selvaggio.
Nessuno poteva interpretare questa figura meglio di Bruno S., scoperto da Herzog grazie a un documentario e scomparso appena due settimane fa: Bruno era figlio di una prostituta, malmenato e rinchiuso in riformatori e carceri, fino a che non imparò da autodidatta a suonare il piano e dipingere, in modo da riscattarsi ed avere una vita normale, seppur turbata. La sua storia e quella di Kaspar quasi si fondono, grazie ad uno sguardo stralunato e perso nel vuoto che nessun altro, nemmeno un attore professionista, sarebbe riuscito a rendere così magnificamente.
Kaspar Hauser viene accolto dalla comunità di Norimberga con stupore e diffidenza: viene dapprima esibito come un fenomeno da baraccone alla elephant man, poi preso in cura da un medico che cerca di educarlo e fornirgli precetti dettati da una logica, che purtroppo contrasta fortemente con le "idee" che Kaspar si è fatto nei suoi anni di prigionia; ha una fervida immaginazione e un candore fanciullesco che gli impediscono di accettare e capire veramente i motivi per cui i borghesi amino lo sfarzo, ereggano torri o adorino un dio ("Non mi posso immaginare come Dio abbia potuto creare tutto dal nulla come mi avete detto voi poco fa."). Capire: tutto sta in questa parola; ma Kaspar è già adulto e non è possibile inculcargli nella mente precetti e postulati senza incappare in una sua contorta confutazione. Nonostante tutti i tentativi d'integrazione, Kaspar sa di essere diverso e comincia a rimpiangere la sua prigione alla vista dei salotti dell'alta società, dove era libero di pensare che le mele avessero un'anima senza essere corretto ed istruito da dogmi per lui inaccettabili, chiuso in un atteggiamento degno di San Tommaso. Kaspar Hauser è un sognatore catapultato in un mondo che non gli appartiene, portavoce di un disagio interiore che fa di lui uno dei migliori rappresentanti delle dottrine romantiche ed esistenzialiste.

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