Regia di Werner Herzog vedi scheda film
uno dei migliori film di Herzog, che qui rivela il suo lato piu' documentaristico. E lo fa attraverso una minuziosa ed acuta rappresentazione dell'approccio difficoltoso di questo "ragazzo selvaggio" con la societa' razionale e positivista dell'epoca, messa in crisi da un enigma imprevisto, da una figura estranea ad ogni logica e ad ogni ruolo sociale, da una serie di visioni rade ma intense e significative. Herzog e' il documentarista dell'immaginazione, il primo ed unico ad aver saputo fondere senza stridori il rigore documentaristico e la verve visionaria, proprio perche' cio' che documenta con partecipazione e affetto e' il mondo fantasticato e fuori dalla realta' dei suo eroi emarginati. Herzog ha personalita' da vendere: qui si discosta sia dal modello Truffaut sia dal Lynch che qualche anno dopo avrebbe realizzato "Elephant Man", con cui il film herzoghiano ha in comune il tema dello sfruttamento e della non adattabilita' del "diverso" alla societa' conformistica ottocentesca. Commovente la performance di Bruno S., che oscilla tra il buffo e il malinconico
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