Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Non è una favola, ma incanta dall'inizio alla fine la storia di quest'uomo incomprensibile, forse incompreso, o che piuttosto non aveva nulla di particolare da dire. Ma attorno a lui si crea la leggenda. L'enigma di Kaspar Hauser è un titolo più che mai azzeccato e sorprende pertanto che l'originale scelto da Werner Herzog fosse (traducendo letteralmente) “Ognuno per sé e Dio contro tutti” - assolutamente evocativo, impressionante, ma apparentemente inadatto a questo film. E questo potrebbe essere un mistero nel mistero, un enigma nell'enigma. Impossibile a ogni modo non simpatizzare per Hauser, che rappresenta in definitiva la parte folle e priva di risposte della vita, interpretato magistralmente da un attore preso dalla strada, Bruno S., del quale il regista si innamorerà (artisticamente) al punto da scrivergli addosso il seguente La ballata di Stroszek (1977). La storia di partenza è vera: Hauser è esistito davvero e la sceneggiatura dello stesso Herzog non fa che romanzare leggermente attorno alla verità; pur essendo ancora relativamente poco noto, il cineasta tedesco già lascia intravedere le sue capacità sia dal punto di vista visivo, estetico, che per quanto riguarda la scelta di storie un passo oltre il limite dell'umano e di quanto logicamente sostenibile (tra l'altro: memorabile di questo film rimane la scena dello scambio dialettico tra il protagonista e l'insegnate di filosofia, che non riesce ad ammettere di essere stato umiliato). Regista dell'estremo, si potrebbe definire: ed estrema è infatti la vicenda qui narrata, che parte quasi in sordina – nel primo quarto d'ora non viene detta quasi una parola – e cresce pian piano, conquistando lo spettatore, fino a una conclusione tanto enigmatica quanto l'inizio della storia. 7,5/10.
Germania, XIX secolo. Kaspar Hauser è un uomo che viene trovato in stato confusionale e in pessime condizioni psicofisiche in una piazza cittadina. Riportato alla 'civiltà', nel giro di un paio di anni impara a camminare correttamente, a scrivere e a esprimere i suoi pensieri. Nessuno peò capirà mai da dove provenga, né cosa gli sia successo.
(Re-visione del 13/4/24)
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