Regia di Rupert Goold vedi scheda film
Quando ti accingi a vedere la biografia di un'artista che non conosci, risulta molto difficile riuscire a valutare l'operato dell'attrice (o dell'attore, nei casi in cui sia un artista) e tantomeno capire fin dove si sia spinta con la mimesi della stessa.
Non conoscendo la storia di Judy Garland devo dire che valutare la performance di Renée Zellweger non è stato semplice; basandomi sulle sensazioni che ho ricevuto guardando la pellicola, devo dire che l'attrice mi è piacuta a tratti. Sicuramente ci sono momenti in cui la Zellweger è capace di coinvolgere fino ad emozionare, ma in altri e ahimè non sono stati affatto pochi, l'attrice sembra forzare dei gesti, delle espressioni, pur di risultare simile alla protagonista; Questo arriva a creare una sorta di fastidio, e quando accade in momenti di maggior coinvolgimento, è tendente allo stizzimento.
L'idea del regista di concentrare il racconto negli ultimi mesi di vita della famosa cantante e attrice, è risultato vincente. Vuoi perché pregno di eventi, vuoi per il modo conciso e scorrevole in cui ha deciso di raccontarcelo, alternandolo ai ricordi della difficile vita adolescenziale, che sembrano tendere a giustificarne il carattere brutale e irritante, creando un coinvolgimento continuo che non porta mai l'attenzione a discendere.
Nel complesso il film biografico diretto da Rupert Goold, resta un film biografico. Ben costruito e dosato nelle emozioni, intrattiene e coinvolge fin dove può, e lascia alla Zellweger un Oscar non propriamente meritato.
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