Regia di Mario Monicelli, Steno vedi scheda film
Uno dei film più tristi del periodo neorealista, del genere di quelli che esprimono il vuoto con il vuoto, lo squallore per mezzo dello squallore. A parte lo straordinario Fabrizi (molto più straordinario quando fa le sue macchiette che quando appare come paternalistico capocomico), tutto è noia e poco è credibile (il personaggio della miss operaia fidanzata di Mastroianni è ridicolo quasi come quello del presidente operaio).
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