Regia di Guy Green vedi scheda film
Il marchio film che descrive benissimo le paturnie di un uomo malato, che con coraggio cerca di rifarsi una vita. Eccellente prova di Stuart Whitman candidato al premio Oscar 1962 come miglior attore protagonista, forse la sua più bella interpretazione in una carriera ricca di titoli importanti.
Il marchio Gran Bretagna 1961 la trama: Jim Fuller un ex molestatore di bambine scontata la pena in una casa di cura, grazie all’analisi può dirsi finalmente guarito dai suoi “demoni” e cerca di ricostruirsi una vita. Ma il passato oscuro ritorna implacabile. La recensione: Il marchio (The Mark) diretto da Guy Green. Sceneggiatura di Sidney Buchman e Stanley Mann. Musiche di Richard Rodney Bennett. Produzione RAYMOND STROSS PER 20TH CENTURY FOX. Film tratto da una novella di Charles Israel girato in uno splendido cinemascope in b/n. Film assolutamente fuori dagli schemi e rivoluzionario per gli anni sessanta. La storia di un “Mostro” che vuole redimersi e rifarsi una vita, cambiando anche il nome e vuole l’umana comprensione che la società dei benpensanti non vuole concedere, perché il pregiudizio ottenebra le menti e fa inaridire il cuore. Film molto dignitoso recitato e vissuto molto bene da uno straordinario Stuart Whitman fu candidato al premio Oscar come miglior attore protagonista per il ruolo di Jim Fuller nel 1962. Capace di cogliere ogni sfumatura di un uomo confuso e sofferente, vittima dei propri impulsi ed istinti “bestiali”, da recuperare questi suoi titoli: Quel motel vicino alla palude (Death Trap) di Tobe Hooper (1976) Una Magnum Special per Tony Saitta di Alberto De Martino (1976). Anche lo script di grana finissima, tutto risplende in questo film molto riuscito. Oltre a Whitman eccezionali prove di Rod Steiger nel ruolo dello psicologo dottor Edmund McNally, la radiosa e sofferta Maria Schell nel ruolo di Ruth Leighton la donna vedova e con una bambina di dieci anni dolcissima che si innamora di Jim e lo sostiene con forza, pur tra umanissimi dubbi fino al tenero abbraccio finale, buon ultima Brenda De Banzie la signora Cartwright che affitta una camera a Jim ruolo interpretato con grande padronanza e mestiere, indimenticabile per Hobson il tiranno (Hobson's Choice) di David Lean (1954). Un film emotivamente molto commovente ed emozionante per tutta la sua durata di 2 ore e 2 minuti. Non annoia e si segue con grande voglia di capire, per vedere come andrà a finire. Sfiora il capolavoro questo film e mi sento di consigliarlo a chi vuole immergersi in una storia “pesante”, ma si tratta di grande cinema e Guy Green qui ha diretto proprio bene. Interpreti e personaggi Maria Schell: Ruth Leighton Stuart Whitman: Jim Fuller Rod Steiger: dottor Edmund McNally Brenda De Banzie: signora Cartwright
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