Regia di Stanley Kramer vedi scheda film
Nel 1964 (anno che, quando il film uscì, era ancora di là da venire) una guerra nucleare fra le superpotenze devasta l’intero pianeta: i sopravvissuti si concentrano in Australia, unica terra rimasta ancora immune, ma che nel giro di cinque mesi sarà investita dalle radiazioni mortali; intanto un sommergibile parte in missione per esplorare l’emisfero nord e per individuare il mittente di un confuso messaggio telegrafico proveniente dalla California. Il film vive su una trovata di forte impatto: mettere ciò che resta del genere umano sulla tolda del Titanic, intenta a occupazioni futili (quali le corse di automobili) per riempire il tempo nell’attesa della fine certa, che le autorità anticipano pietosamente distribuendo pillole per il suicidio indolore. Impressionante lo spettacolo delle metropoli americane deserte ma non distrutte; surreale quello delle città australiane, dove si recuperano cavalli e biciclette come mezzi di locomozione in mancanza di petrolio. Molto più convenzionale e meno appassionante la parte sentimentale, anche se Ava Gardner, con la sua aria sfatta, si adatta bene al clima decadente. Il film vale ancora oggi come monito contro la follia autodistruttiva della corsa agli armamenti; artisticamente, va da sé, scompare di fronte a Il dottor Stranamore.
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