Regia di Stanley Kramer vedi scheda film
Che bel film. Scorre senza sobbalzi o accelerate, senza colpi di scena o simili; eppure procede sicuro e solido, senza annoiare mai. Non credo sia facile imprimere questo andamento e questa sostanza a una pellicola.
Pur essendo un duro atto d'accusa alle armi atomiche e una messa in guardia dal loro impiego, il film non ha un briciolo di retorica, di didascalismi o anche solo di discorsi troppo chiari ed esplicativi. Lo stesso fatto che ci sia stata una guerra atomica lo si evince a poco a poco dai dialoghi della prima parte; è sempre distillando i dialoghi che si dipinge lentamente un quadro a tinte fosche di un'umanità, disarmata di fronte alle conseguenze... delle armi, e sull'orlo della disperazione. Nulla viene detto troppo esplicitamente, ma pure l'immagine che ne esce è incisiva e decisamente esplicita.
I personaggi sono definiti tutti in modo convincente, e interpretati allo stesso modo. Ognuno di essi fa fronte come può alla situazione quasi senza via d'uscita in cui è precipitata l'umanità, mentre, assieme a questa, deve affrontare problemi della propria vita privata.
Kramer dirige con mano ferma e con le idee chiare, e riesce a creare un film sincero e incisivo. La realtà non viene vista attraverso il filtro di qualche ideologia, in modo schematico, ma mostrata così com'è da un punto di vista semplicemente umano. Le responsabilità dei politici e degli scienziati certamente ci sono, ma il dito viene puntato soprattutto sulla follia collettiva dell'umanità, la quale ha messo lucidamente in atto la propria autodistruzione.
Tra i diversi bravi e noti attori, quello che colpisce di più è il vecchio Fred Astaire, qui fuori dal suo ambiente solito della commedia e del musical, che pure dà, però, un'ottima interpretazione.
Dopo la visione rimane dentro un senso di tristezza, come pure tutto il film è intriso di malinconia e disillusione. Tuttavia su certi temi e su certi pericoli è sempre meglio riflettere, almeno finché si è in tempo.
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