Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Sembra un film fatto dalla Lega nord. Un film creato per rinsaldare e se possibile aumentare gli stereotipi peggiori su Napoli e i napoletani: i personaggi di questo film sono camorristi, sfaticati, ignoranti e altre degenerazioni simili della società, senza un briciolo di speranza di salvezza morale per nessuno di essi. Le leggi, tantomeno quelle morali, proprio non contano: il 'guappo' (cioè boss malavitoso, inutile nascondersi dietro nomignoli affettuosi e vezzeggiativi totalmente fuori luogo) Salvatore spadroneggia per il rione e si permette persino di entrare a casaccio, un pomeriggio, in un teatro dove alcuni attori stanno provando una recita e imporre all'autore del copione di cambiare la storia per evitare che una donna, nel corso della rappresentazione, venga lasciata: perchè quella donna è una sua amica, quindi il suo onore verrebbe irreparabilmente leso. Cose da pazzi, cose da leghisti infuriati? No, un film vero, o almeno qualcosa che si crede di esserlo, con una sceneggiatura scritta dal mestierante Gino Capone in collaborazione con il mai sentito Vincenzo De Crescenzo; non solo una pellicola dai contenuti discutibili, ma anche un'opera malfatta e mal scritta. Per non parlare della disastrosa direzione di Massi, del montaggio semidilettantesco e della recitazione canina dell'intero cast (non è che Merola fosse poi questo clone di Brando, sullo schermo: le sue doti erano essenzialmente quelle vocali). Nonostante il nome del cantante e attore napoletano venga legato, per quanto riguarda le sue numerose pellicole, a quello del regista Alfonso Brescia, in realtà il primo a sperimentarlo al cinema fu l'esperto di musicarelli Ettore Maria Fizzarotti, nei primi Settanta. Quello che gira due film in rapida successione (l'altro è Torna) con Stelvio Massi alla metà degli Ottanta è un Merola ormai decadente, e si vede bene: la storia è un riproporsi di luoghi comuni di tutte le precedenti (non che quelle fossero poi così originali, a ben guardare) e il prodotto è tirato via con una sciatteria seriamente impressionante. Oltrettutto la delusione si propaga anche sul versante degli aficionados del cantante (a cui evidentemente il film si rivolge): i momenti canori sono solamente tre in quasi cento minuti di durata. 1/10.
Un boss camorrista napoletano, rispettato da tutti in città, vive pacificamente con una donna con cui non è però sposato. Su di lui mette quindi gli occhi l'intrigante Margherita, che lo coinvolgerà ben presto in un mare di guai.
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