Regia di Massimiliano Russo vedi scheda film
A me è piaciuto, abbastanza complesso, non ho capito tutto ma ha dei colpi di scena incredibili
Ho assistito ad una proiezione di "Transfert", opera prima del giovane Massimiliano Russo, introdotta dallo stesso regista. Con molto piacere ho accolto il suo invito ad esprimere opinioni e pareri sui social. A fine proiezione, gran parte degli spettatori in sala, coinvolti in quella che più volte Russo ha definito a buon ragione "una sfida intellettuale", avrebbero voluto rivedere "Transfert"; volontà di molti, infatti, è stata il voler cogliere quegli aspetti narrativi (ma anche metaforici ed allegorici) che nel corso della storia confondono lo spettatore e che si spiegano solo alla luce di un bellissimo colpo di scena finale (che non è stato, a dire il vero, compreso da tutti).
Facendo uso del mezzo terapeutico, la trama (una serie di sedute terapeutiche) analizza minuziosamente i legami relazionali fra i personaggi, scavando instancabilmente nel loro "inconscio".
Bravi gli attori (praticamente sconosciuti) e bello l'OST, molto tensivo, fatto più di, passatemi il termine, "fastidiosissimi" suoni.
Un plauso a Russo che ha curato molti aspetti di "Transfert" (regia, soggetto, sceneggiatura, recitazione e altri che adesso non ricordo), davvero notevole.
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