Regia di Aleksey Balabanov vedi scheda film
La lenta ma inesorabile discesa negli inferi della dipendenza. Impianto classico ma la mano di Balabanov è comunque riconoscibile.
Un giovane medico condotto viene chiamato a sostituire un vecchio dottore in un piccolo paese: tra distese di neve in un ambiente che si presenta già dall'inizio particolarmente ostile.
Si troverà a doversi arrangiare per vincere le difficoltà che questo compito comporta: mancanza di strumentazione adeguata, carenza di medicine, difficoltà a interagire con gli autoctoni nuovi assistiti.
In un ambiente che potrebbe riportare alla mente la location de 'Il dottor Zivago' si discosta da questo per uno stile di messa in scena particolarmente antispettacolare poichè scevro di ghirigori e orpelli: ambientato subito dopo la rivoluzione che colpì l'Unione Sovietica nel 1917 non si sofferma sulle vicende politiche e storiche in un periodo per la Russia particolarmente turbolento. Concentra l'attenzione sul 'vissuto' dell'uomo-medico, il suo progressivo depauperamento fisico e mentale in cui troveranno spazio anche le vicende sentimentali.
Il regista decide di mostrare nel dettaglio l'operato del dottore che si troverà a far nascere, insieme alla sua assistente levatrice, un bambino; sostenere una difficile operazione che comporta l'amputazione di una gamba ed il doveroso e penoso soccorso a dei poveri cristi vittime di un incendio.
Come è sua consuetudine non ci risparmia particolari che , seppur verosimili, solitamente altri tendono a 'sfumare'; Balabanov vuole mostrarci la realtà, senza censurare immagini al limite del sostenibile.
Tutto ciò fa da sfondo al vero intento e cioè far vedere il lento ma progressivo cadere nella dipendenza da droga, in questo caso la morfina, di cui i medici facendone uso professionale, hanno facile accesso.
Tratto da un racconto breve, para-autobiografico, scritto dal grande scrittore russo Michail Afanas'evic Bulgakov, famoso per i capolavori letterari: 'Il maestro e Margherita' e 'Cuore di cane'.
Decisamente eccessivo dal punto di vista visivo; è immeritatamente considerato un film minore proprio perchè apparentemente distante dai canoni del Tarantino russo,etichetta del tutto fuorviante con cui la stampa occidentale ha semplicisticamente Ribattezzato il regista russo avendo apprezzato i due 'Brats' (pellicole pseudo-pulp che hanno avuto qualche eco anche in occidente).
Personalmente reputo questo film qualitativamente secondo solo a 'Of freaks and men', altro titolo di Balabanov da recuperare assolutamente.
Insieme a 'Cristiana F....' un 'vero' documento che testimonia senza eccessivo lirismo il male della dipendenza da droga, fino alle estreme conseguenze.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta