Regia di Manlio Gomarasca, Davide Pulici vedi scheda film
Vita e opere di Fernando Di Leo, regista di genere, dallo spaghetti western al poliziesco all'italiana.
Avere vent’anni, La mala ordina, Milano calibro 9, Il poliziotto è marcio, Brucia ragazzo, brucia e tanti altri: questi sono i film diretti da Fernando Di Leo in due intensi decenni di carriera, senza contare le primissime collaborazioni a sceneggiature di spaghetti western rimasti nell’immaginario non solo nazionale come Per un pugno di dollari e Una pistola per Ringo. In questi 40 minuti scarsi di documentario si ripercorre la carriera di un regista spesso sottovalutato, ma ben caro a tutti gli amanti del ‘genere’, capace di licenziare ottimi polizieschi e gangster movie all’italiana, spesso tracciando la strada per i colleghi. Lo stesso Di Leo è chiamato a raccontarsi, inserendo fra le sue parole aneddoti bizzarri o per lo meno memorabili, coadiuvato dalle parallele interviste condotte a suoi ex collaboratori artistici e interpreti come Luc Merenda, Dagmar Lassander o Jenny Tamburi. Il ruolo della donna nell’epoca moderna, lo stereotipo dello sbirro senza legge, l’escalation della violenza negli anni di piombo: il Nostro ha messo in scena tutto questo e a modo suo, riuscendo a lasciare un segno nell’immaginario del cinema mondiale, anche grazie alle rivalutazioni postume fra le quali senza dubbio la più nota è quella a opera di Quentin Tarantino. Peccato per la breve durata di questo interessante lavoro, che a oggi (2018) risulta l’unico che si occupi di Fernando Di Leo. 5,5/10.
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