Regia di Shane Black vedi scheda film
Un'astronave fugge da galassie per noi impossibili anche solo da concepire, e si ritrova catapultata nel nostro sistema solare, fino a comparire nei cieli del nostro pianeta, ed atterrare rovinosamente tra le foreste che lambiscono un centro abitato di un luogo che potrebbe ricordare, genericamente, una città dell'America Latina.
Proprio nel bel mezzo di un attentato che un soldato dei servizi speciali sta compiendo ai danni di un boss della malavita locale, l'uomo si rende conto della presenza di un essere fuori dal normale, e si trova per questo a dover abbandonare la sua missione per dedicarsi alla cattura di quell'essere misterioso, spesso invisibile, o comunque ostile e difficile da catturare, che suscita immediatamente l'interesse dei comparti speciali e della sezione dedita alle ricerche spaziali.
In poco tempo all'uomo si uniscono una troupe di esperti, e lo stesso diviene oggetto di ricerche spasmodiche da parte di chi lo vorrebbe indurre a collaborare con altre unità concorrenti, finendo in tal modo per coinvolgere nella sporca e concitata caccia all'extraterrestre, anche la dinamica famiglia dell'ex soldato, che comprende una bella e dinamica mogliettina non solo casalinga, e ed un figlio ancora bambino, intelligentissimo e con problemi di autismo, che dimostrerà di sapersi destreggiare meglio all'interno di una astronave aliena, che nella propria aula di scuola.
Scopriremo anche che il Predator appena giunto, in realtà più che un nemico è un fuggiasco, e che il vero nemico è un altro alieno, identico ma ancor più grande e sofisticato del precedente, giunto pure lui per eliminare il fuggiasco.
La saga dei Predator non è mai stata un granché, ammettiamolo. Sin dal primo episodio, diretto con buone intenzioni dal valido John McTiernan e con alla guida il buon Swarzy, ci si perdeva tra le insidie della giungla amazonica in una lotta senza costrutto e priva o quasi di interesse; con qualche minimo sobbalzo che precedeva la visione della vittima mezza sbranata dalla belva aliena. Sui seguiti, pure e ancor più su quelli con lo scontro con gli Aliens (Aliens vs. Predators), meglio tacere, eccetto che per il più recente Predators di Nimrod Antal (datato comunque 2010), quello con protagonista Adrien Brody, film che si è rivelato un valido blockbuster, finalmente degno di dar lustro alla pericolosa creatura aliena con mille poteri e potenzialità.
Questo ultimo capitolo del franchise, pur coinvolgendo un di solito accorto, se non brillante regista e sceneggiatore come Shane Black, peraltro qui pesantemente osteggiato dai produttori, a quanto è trapelato, si rivela uno strazio di luoghi comuni e di episodi prevedibili e senza alcun vero mordente.
Un cast di nomi poco più che qualunque, e l'intervento maldestro di un bimbo sociopatico che però, alle prese con le incognite aliene, si rivela più che perspicace (non se ne può davvero più di queste situazioni incresciose!), costituisce la goccia che fa traboccare il vaso e ci induce a considerare il film come una vera, insopportabile, scontata, operazione commerciale di bassa lega e qualità.
P.S.: il look dell'alieno resta tamarro come a fine anni '80, ma la capigliatura con treccine rasta non si può nemmeno prendere in considerazione, a meno di non voler trasformare tutto il baraccone in una farsa. E forse, a pensarci bene, non sarebbe stata un'idea sbagliata.
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