Regia di Shane Black vedi scheda film
Ennesimo capitolo della saga Predator, piuttosto criticato e poco apprezzato dal pubblico (incassi pari agli investimenti). In realtà, a visione ultimata, The Predator si rivela, a mio avviso, come il migliore sequel del fortunato film diretto negli anni ottanta da McTiernan. Se Predators (2010) faceva il verso al primo capitolo con un'ambientazione nella giungla, questo capitolo sposta il confronto in contesto urbano, superando di gran lunga il copione di Predator 2 (1990) e aprendo il ventaglio delle situazioni a due fronti interni tra i due distinti schieramenti. Abbiamo infatti un Predator alle prese con un altro Predator e un manipolo di soldati alle prese con altri soldati. Shane Blake e Fred Dekker (sceneggiatore, tra gli altri, del mediocre Robocop 3) introducono tanto humor in salsa suicide squad, con un commando di soldati ricoverati in manicomio che fuggono dalla prigionia e si pongono sulle tracce di un Predator precipitato in piena città. Divertente è dir poco (il tentativo di vivisezione del predator sembra strizzare l'occhiolino al fake di Roswell), con molto splatter (teste decapitate, ventri squarciati in due) e tante battute politicamente scorrette. Diverte ed è quello che deve fare un film del genere, facendo peraltro sfoggio di eccellenti effetti speciali (battaglie aeree tra ufo e caccia, cani alieni addomesticati) e un predator gigante risultato di continue mutazioni genetiche intergalattiche. Il finale è un nostalgico tributo allo scontro in piena foresta del primo episodio della serie, con tanto di esumazione dell'indimenticabile colonna sonora di Silvestri. Boyd Holbrook, protagonista assoluto (sebbene non muscolare), è un eroe alla Brad Pitt, con al fianco la modella Olivia Munn a ricostituire la coppia di superstiti dell'episodio con Schwarzy. Piace.
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