Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Che piaccia oppure no, qualunque film (o sceneggiato) che narri la vita del pittore e scultore Antonio Ligabue, deve misurarsi con lo sceneggiato RAI del 1977, tre episodi straordinari sorretti da un esemplare Flavio Bucci. Un po' come per il Pinocchio di Comencini che rimane sempre una spanna sopra i tanti (e vari) tentativi cinematografici sul personaggio di Collodi. "Volevo Nascondermi" ha due punti di forza: il primo è nel manico, perché Diritti è il regista ideale per raccontare Ligabue, per quella sua sensibilità sui paesaggi e sui dialetti, da cui ricava sempre uno sguardo di Cinema quasi puro, quasi alla Olmi; il secondo è nell'interpretazione, forte e personale, di Elio Germano, che ci mostra un Ligabue del tutto suo, profondamebte animalesco, quasi elettrico, che sfiora, senza mai superarlo, il limite della caricatura: un lavoro mimetico, anche sul linguaggio, che eleva nettamente il film. Tutto il resto, fa quasi contorno, buono e un filo didascalico, con la pianura emiliana che è co protagonista. La storia scorre fluida, arenandosi, ogni tanto, in qualche secca, cadendo in qualche buco temporale, ma in due ore non si poteva certo mettere tutta la vita di un artista così complesso. Bel risultato, anche paragonato a quello del 1977. Diritti si conferma una sicurezza e una risorsa per il Cinema italiano.
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