Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Ottima rappresentazione della vita di Ligabue, con un grande Elio Germano.
La vita di Antonio Ligabue, dall'infanzia povera e travagliata all'età adulta in cui, nonostante gli evidenti limiti cognitivi, riesci ad affermarsi come importante artista, fino al declino e alla morte in clinica. Diritti riesce a rappresentare in maniera degna e onesta la vita dell'artista Ligabue, il suo inferno interiore e l'incapacità di esprimersi 'normalmente' come gli altri che lo porterà tuttavia ad esprimersi attraverso l'arte, permettendogli di dar vita a opere immortali. Diritti ci mostra altresì il dramma dell'essere 'diverso' in un mondo insensibile, freddo, ipocrita e ostile. Ligabue appare così una vittima ma non è rappresentato in modo patetico o pietista e anche nel momento in cui raggiunge fama e successo non riuscirà mai a conquistare la felicità e la serenità che tanto agogna per rimanere sempre preda del suo inferno interiore e della sua 'diversità' che, nonostante i denari guadagnati e la fama, gli impediscono una vita normale.
Diritti riesce a creare un film ricco di spontaneità in cui ogni personaggio, anche il più piccolo, ha un ruolo ben preciso nel quadro che rappresenta; in tutto ciò non si può non lodare la grande interpretazione di Elio Germano, che aderisce al suo personaggio interamente anima e corpo, realizzando una prova d'attore da brividi e che lo confermano, ancora una volta, uno dei migliori attori italiani viventi, probabilmente destinato all'immortalità artistica.
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