Regia di Dmitriy Kiselev vedi scheda film
La corsa allo Spazio riguardò, negli anni sessanta, le due grandi rivali, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Gli astronauti contro i cosmonauti, termine, questo, che mi ha sempre affascinato. Il Cinema, su questi argomenti, essendo quasi sempre di stampo americano, ci ha raccontato quasi tutto dell'epopea a stelle e strisce, mentre ben poco ci è pervenuto da est. Kiselev, regista russo a me sconosciuto, ci racconta la storia di due coraggiosi cosmonauti sovietici, Aleksej Leonov e Pavel Beljaev, che nel marzo del 1965 furono sparati nello spazio per effettuare la prima "camminata" nel cosmo. Lo fa in un film stupefacente, per qualità e intensità. Dà un taglio alla Spielberg a tutta la vicenda e tira fuori dal cilindro o, meglio, dalla tuta spaziale, un'opera visivamente splendida, con i tempi giusti, con l'epica necessaria, dove il miglior film d'azione sci-fi si mischia con la storia e i suoi eroi, è proprio il caso di dirlo. Quella che doveva essere una missione certamente pionieristica e avventata, per arrivare prima degli odiati nemici, si trasforma anche in un'avventura mozzafiato, curata nei minimi dettagli, recitata bene e senza le solite facce e la "grandeur" hollywoodiana. Cento volte meglio questo film di quella baggianata di "Gravity", tanto per citarne uno. Certo, Kiselev, nell'impianto, paga qualcosa al Cinema americano, ma tutto il resto è tenuto a freno, dalle smargiassate alla retorica, che pur deve storicamente esserci. Una bellissima sorpresa, da una terra cinematografica generalmente più vicina a un Cinema più compassato e introspettivo.
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