Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Il profeta del tradimento Brass mette in scena uno dei suoi primi trattati schematici sull'argomento: tutto ciò che verrà dopo questo Capriccio, effettivamente, riprenderà largamente i contenuti (pochi peraltro) di esso. A dirla tutta è La chiave il primo trattato specifico sul tema; qui Brass si limita a cambiare ambientazione rispetto al film di 4 anni prima e a conferire una specie di tocco 'esotico' (o per lo meno internazionale) nello scegliere come protagonisti due sposini angloamericani. Senza la Sandrelli è comunque un passo indietro. Il vero amore ha bisogno del tradimento per sopravvivere: stop. Altro non c'è. Brass compare brevemente verso il finale, con una delle comparsate che ama riservarsi; il cast è mediocre come di consueto nei suoi film (la Dellera non è un'attrice e questo film serve a sciogliere ogni dubbio sulla questione), scenografie cartonate, personaggi inesistenti, sesso - pur non troppo esplicito - come fine ultimo di ogni scena. Immane porcheria.
Alla fine della seconda guerra mondiale una coppia angloamericana in crisi ritorna nei luoghi dove sbocciò il loro amore: l'Italia. Qui entrambi i coniugi rivivono le scappatelle con gli amanti di quel periodo e, dopo essersele vicendevolmente raccontate, comprendono di potersi finalmente amare di nuovo.
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