La recensione su Under the Rose

di undying

3 stelle

Ispirato da temi thriller risaputi (ma con dettagli horror negati alla visione) questo Bajo la rosa è un film terribilmente scontato, con l'aggravante di volere affrontare questioni morali da un punto di vista "eticamente corretto".

Oliver (Pedro Casablanc) è un affermato dentista sposato con Julia (Elisabet Gelabert), donna in carriera molto severa con i figli Alex e Sara. In particolare manifesta un rigido atteggiamento nei confronti della piccola bambina, colpevole di avere preso solo una sufficienza in pagella. Una mattina, dopo averla lasciata in prossimità della scuola, Sara scompare. Mentre la polizia indaga inutilmente, una lettera anonima annuncia che, in cambio della incolumità di Sara, i tre componenti della famiglia devono ospitare, senza avvisare le forze dell'ordine e a mezzanotte in punto, una persona (Ramiro Blas) che, sembra, abbia da raccogliere una confessione.

"Conoscerai sicuramente la legge del taglione, tecnicamente consiste nel pagare una colpa con la stessa moneta. Un castigo della stessa magnitudo del delitto che è stato commesso. Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano e piede per piede." (L'intruso/Ramiro Blas, citando l'Esodo 21-24)

Le intenzioni sono alte e il quasi esordiente Josué Ramos (in curriculum un film del 2013 debitore a Hitchcock e De Palma, dal titolo Involucrado) tenta di affrontare un genere molto praticato (anche in anni recenti) in Spagna: il thriller. Facendo uso di una messa in scena basilare e minimalista (quattro attori ed un appartamento) e con l'ausilio di validi interpreti, tenta di coniugare il mistery con l'horror. Chiaramente influenzato dal "moralismo" che sta alla base del filone avviato con Saw, Ramos porta sullo schermo un nuovo Jigsaw che, in forza di una superiore giustizia, si proclama giudice e sentenzia in una famiglia bigotta, senza troppo fantasia, le varie condanne che vanno dall'estrazione di due denti (causa un furto di tremila euro, operato da Oliver ai danni di un amico), al blowjob forzato fatto praticare ad un fumatore notturno (effettuato da Julia per una scorretta mossa fatta sul lavoro, avente opportunista finalità di carriera); ma non va meglio nemmeno ad Alex, figlio omofobo che si è accanito su un gay facendogli subire pubbliche angherie.

Già questi tre temi potrebbero mandare (e di fatto è successo) in visibilio i più tradizionali fruitori di cinema che si vuole "artistico" e, inevitabilmente, politically correct. Figuriamoci poi quando cade tra capo e collo dello spettatore il colpo di coda finale, scontato come le tasse o la morte. Morte dell'Orco cattivo, ovviamente, che si nasconde (di giorno) dietro le sembianze di Jekyll mentre nottetempo -da malvagio Hyde- ispeziona i corpi inermi e nudi delle fanciulle minorenni. La conclusione è quella di trovarsi di fronte ad un'opera che -come da lungo corso sta accadendo al cinema di genere spagnolo- indossa l'abito dell'horror per poi rifiutare di affrontarlo e demolirne invece dall'interno la struttura. Mostrare un po' di sangue o la dolorosa estrazione di due denti non è sufficiente a mascherare il reale tentativo di fare un film "perbene", ovvero che vuole affrontare tanti (troppi) temi sociali riuscendo invece a sprofondare nella banalità del già visto (molto meglio) altrove.

Ramiro Blas, Pedro Casablanc, Elisabet Gelabert, Zack Gómez

Questo Bajo la rosa, che di ermetico e interessante ha solo il titolo originale, sembra essere una sbiadita copia dell'ottavo/nono capitolo di Saw, senza peraltro possedere in regia quel pizzico di coraggio iconoclasta che ci si aspetterebbe da un vero film horror o thriller.