Regia di Joe Berlinger vedi scheda film
Stato dello Utah 1976. Processo a Ted Bundy accusato di tentato rapimento e minaccia di morte ai danni di una giovane donna. Identificato dalla stessa vittima, l’uomo viene dichiarato colpevole e incarcerato. Dopo qualche tempo viene trasferito presso un carcere del Colorado dove i federali indagano sull’omicidio di una donna. L’identikit porta proprio a lui.
Qui, Ted sceglie di difendersi da solo. Semi sorvegliato, durante una pausa del processo riesce a scappare da una stanza del tribunale saltando dalla finestra, ma viene riacciuffato dopo poco tempo. E mentre anche lo stato di Washington indaga su Ted, egli evade dal carcere attraverso il condotto dell’impianto elettrico. La sua fuga finisce in Florida dove viene arrestato e accusato di stupro e omicidio di alcune studentesse. Stavolta le cose si mettono male perché nella “terra del sole” vige la pena di morte.
La biografia del più pericoloso serial killer degli Usa è raccontata da Joe Berlinger con delicatezza, senza mostrare i dettagli degli orrori commessi dall’omicida seriale. Il regista si concentra sull’aspetto umano e psicologico del personaggio, ponendosi e ponendoci una serie di domande inquietanti. Come può uno studente brillante, apparentemente mite, estroverso, con una forte autostima, amorevole e premuroso nei confronti della donna che amava e della figlia di quest'ultima, a commettere tali atrocità? Di solito un serial killer presenta una personalità disturbata e traumi riconducibili alla sfera emotiva-sessuale. Dunque, chi era realmente Ted Bundy? L’essenza del male?
Il regista riporta nel film fatti e colloqui originali avvenuti durante i vari processi. Il giudice Cowart della Florida, dopo aver emesso la sentenza di condanna si rivolge all’uomo con queste parole: “Lei è un giovane brillante, sarebbe potuto diventare un grande avvocato, un collega stimato, ma purtroppo ha scelto un’altra strada, quella del male. Abbia cura di sé!”
Nonostante la madre di Ted abbia testimoniato e chiesto alla corte di risparmiare la vita al proprio figliolo ritenendo la pena di morte ingiusta e disumana, l’uomo viene giustiziato sulla sedia elettrica dieci anni dopo la condanna.
In tutti processi, Ted si dichiarò innocente ed estraneo ai fatti, solo prima di morire confessò almeno una trentina di omicidi.
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