Regia di Melissa B. Miller-Costanzo vedi scheda film
Torino Film Festival 36 - Concorso Torino 36.
Nella maggior parte del suo corso, la vita ripropone costantemente le medesime dinamiche, senza offrire sorprese stupefacenti e nemmeno scossoni insidiosi e destabilizzanti.
A scombussolare gli equilibri incardinati, fino a modificarli o perfino interromperli, sopraggiungono quei momenti dolci e/o complicati in cui è facile arenarsi o smarrirsi, avere di fronte un frutto che chiede supplicando solo di essere colto e ostinarsi a guardare in tutt'altra direzione.
Piacevole o tormentata che sia, la felicità non è rintracciabile attraverso formule prestabilite, altrimenti sarebbe troppo scontato e le stesse conquiste non sarebbero altrettanto inebrianti.
Appena entrato nella fase adolescenziale, Howie (Brendan Meyer) finisce incastrato in una congiuntura tormentata. I suoi genitori Carla (Molly Ringwald) e Tom (Brian D'Arcy James) sono ai ferri corti, forse in procinto di lasciarsi, a scuola Lindsay (Harley Quinn Smith) tenta - con scarso successo - di sedurlo, mentre i suoi ormoni remano sodali in direzione di Odessa (Jemima Kirk), una trentenne che incrocia quotidianamente sull'autobus.
Qualunque strada imbocchino questi legami, per Howie si tratterà di una tappa fondamentale del suo percorso di maturazione.
Ogni tipo di relazione ha le sue dannate problematiche, talvolta ingigantite, spesso sottovalutate, in altri casi proprio ignorate, che intervengono indiscriminatamente senza chiedere il permesso, anche accanendosi fino a scatenare la tempesta perfetta.
All these small moments ne raggruppa un buon numero, andando a parare in quella fascia d'età di chi ha appena imboccato la fase adolescenziale, prendendo come centro di gravità Howie, attorno al quale ruotano numerosi fattori, svassoiati perseguendo sincronismi assolutamente rispettabili.
In tutti i casi, la regista Melissa B. Miller si affida a frangenti piuttosto comuni, rievocando cordoni di memoria che non finiscono mai in disuso, richiamando archetipici nodi allo stomaco, raffigurati con piglio genuino.
Così facendo, All these small moments potrebbe essere accusato di piaggeria e, in effetti, dà la sensazione di sapere esattamente quali tasti pigiare, ma il suo carattere scoperto lo scagiona, pagando semmai dazio per il suo girare a lungo intorno alle cose, suscitando ampie dosi di simpatia ma senza riuscire - forse nemmeno volere - andare oltre e prendere decisioni maggiormente risolutive.
Una metodologia circoscritta negli effetti, comunque idonea alle istantanee che incornicia, capace di rompere il ghiaccio e in difficoltà nel creare uno sviluppo continuativo, potendo comunque contare su un curioso tris di attrici di valore: la sensuale Jemima Kirk è il sogno proibito, Harley Quinn Smith una bellezza pugnace e fuori dai canoni dominanti, mentre la presenza di Molly Ringwald rievoca il cinema di John Hughes, principale fonte di ispirazione della pellicola.
Generoso e scorrevole, a rischio evaporazione.
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