Regia di Leigh Whannell vedi scheda film
Uno dei più affascinanti affreschi steampunk e cyberpunk dopo "Matrix", le filosofie di Oshii e le visioni di "Blade runner". Il tutto a basso prezzo senza roboanti stroboscopici effetti.
Uno dei più affascinanti affreschi di steampunk e cyberpunk mai offerti al cinema. Film che insegna qualcosa ai ben più costosi e roboanti film del presente come ad esempio l'ultimo (dimenticabile) "Ghost in the shell" con la bella Scarlett Johansson.
Questa opera raggiunge epicamente il confine della teoria della "SINGOLARITÀ", materia così cara a Kurtzwail. (leggete "La singolarità è vicina" oppure "The age of spiritual machines").
E raggiunge questo confine con una splendida fotografia virata al blu notte, con alcune soluzioni visive estremamente potenti (es: il sospiro che libera le nanomacchine, le armi insite al corpo umano), con scene di azione e combattimenti corpo a corpo ben costruiti, con una regia pulita (anche troppo) che si mette comunque a servizio dello spettacolo e non cede a movimenti autoriali (purtroppo?). La sceneggiatura riesce incredibilmente a star dietro a tutte le idee steampunk riversate nella trama. Avremmo addirittura preferito allungare 15 minuti e conoscere meglio la hacker assieme ai curiosi fruitori della rete con i quali conviveva. Ma non si può avere tutto... o troppo...
Film che idealmente potremmo accomunare sia alla lontana (1988) animazione di Otomo Katsuhiro "Akira", sia alla visione della rete neurale globalizzata di Oshii, sia pure a "Blade runner" in quanto è sempre presente il viscerale desiderio della macchina di divenire uomo. Macchina (STEM in questo caso) che si ritiene perfetta ma che per completarsi non può fare evidentemente a meno dell'imperfetto essere umano.
Il finale è assolutamente potente, fantastico e terribile insieme. Scatena le ancestrali paure della citata teoria della Singolarità.
Opera da vedere e rivedere per cogliere tutte le sensazioni, i concetti filosofici, le invenzioni visive che contiene. Invenzioni che mi richiamano alla memoria quel piccolo capolavoro fantasy che è stato "I guardiani della notte" del russo Bekmambetov (unitamente a "I guardiani del giorno" che lo completa).
Piccolo gioiello da cineteca.
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