Regia di Leigh Whannell vedi scheda film
Cyber-punk, per certi versi, degno dei classici anni ottanta-inizio novanta, se non fosse per alcune discrepanze e vuoti narrativi che lo penalizzano. L'idea del chip che vuol diventare umano non è ben giustificata. Gli sceneggiatori sembrano voler trasferire l'idea di Skynet (Terminator) dando vita a una sorta di possessione del contenitore umano, che anziché essere oggetto di una possessioned demoniaca va in balia di un computer che ha innestato a livello nervoso/cerebrale. Non si capisce quindi perché una macchina debba preferire una soluzione del genere (peraltro mortale) invece che pretendere una struttura completamente artificiale. Il film infatti supera il concetto di cyborg, attraverso degli innesti che modificano la cavia-uomo facendone una creatura superiore, sia da un punto di vista fisico che mentale. Armi celate nella pelle, software capaci di interagire e parlare col cervello, capacità di esibirsi in modalità marziale sebbene il soggetto non sabbia niente di combattimento (mancano le conseguenze sul fisico e sulla muscolatura non abituata a sostenere certi sforzi). Insomma, roba da far impallidire Robocop (in parte citato) e rendere ancor più difficile da identificare il diverso. La piega thriller finale, così come l'esercito di mutanti, non fornisce valore aggiunto al film. Piacevole comunque da vedere e con un po' d'azione. Non è comunque un horror come dice la scheda di filmtv.
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