Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Il canto del cigno dell'immenso Fred Zinnemann è un film che raggiunge le vette del suo passato artistico raccontando un amore impossibile dal quale ne scaturisce un altro più probabile sulle vette alpine teatro dei ricordi di gioventù del suo autore appassionato di alpinismo essendo originario della montagnosa Austria.
Il trittico dei personaggi principali è trainato dalla robustissima prova di Connery lontano ormai dallo stereotipo dell'agente segreto con licenza di uccidere, è bello osservare come abbia saputo tratteggiare un uomo che ha intrapreso una relazione rischiosa con la nipote spinto dal sentimento sconfinato della ragazza innamorata di lui fin da bambina per poi diventare lui stesso il più coinvolto emotivamente da questo rapporto destinato a non potersi consolidare definitivamente vista la considerevole differenza di età oltre allo spettro di un inevitabile scandalo, a tal proposito sono determinanti per lo sviluppo della trama i numerosi flashback che raccontano l'evolversi della relazione fino ad arrivare all'attualità di tempo e di luogo della storia, la prova della Brantley è anche apprezzabile mentre non mi ha particolarmente convinto Lambert Wilson nel ruolo della giovane guida alpina, non sono un grande estimatore di questo attore anglofrancofono da me giudicato spesso inespressivo e poco dotato, se per questi ruoli fossero stati selezionati una attrice ed un attore di grido "Five days one summer" sarebbe stato l'ennesimo capolavoro nella gloriosa carriera di Fred Zinnemann proprio perchè la sceneggiatura di questa bellissima storia assolutamente unica nel genere sentimentale è stata filmata in maniera egregia dal maestro soprattutto nelle sequenze a ridosso delle pareti di roccia, in più è arricchita da un finale meraviglioso ed emozionante che chiude tutti i conti in sospeso tra i personaggi e che lascia gli spettatori sulle spine concedendo una suspance inattesa fino agli ultimi venti minuti di pellicola.
Meriterebbe di essere pubblicato in DVD per la sua indiscutibile valenza artistica e perchè rappresenta l'ultimo grande film nella carriera preziosa di Zinnemann che per chi non lo sapesse è il regista di classici senza tempo come "High noon", "Da qui all'eternità" e "Un uomo per tutte le stagioni".
Un consiglio per chi vuole vedere questo film è di non leggere la scheda di Film TV in cui è inserito il finale: rovinerebbe molte emozioni saperlo.
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